Nucleare, il Governo cambia i piani: “Centrali solo nelle regioni favorevoli”

Il disastro atomico in atto in Giappone sta scuotendo le coscienze di politici e cittadini di ogni paese, Italia compresa. Ma se le dichiarazioni rilasciate finora dai vari rappresentanti del governo italiano sembravano riassumibili nel messaggio “noi andremo avanti”, ieri sera qualcuno ha fatto marcia indietro, e ora il messaggio è diventato: “prima di decidere, sarà il caso di sedersi attorno a un tavolo”...

Il terremoto del Giappone sta scuotendo il mondo intero, con immagini apocalittiche e numeri da capogiro in continuo aggiornamento. Allo stesso modo, lo tsunami responsabile del disastro atomico in corso a Fukushima sta scuotendo le coscienze di politici e cittadini di ogni paese, Italia compresa. Ma se le dichiarazioni rilasciate finora dai vari rappresentanti del governo italiano sembravano riassumibili nel messaggio “noi andremo avanti”, ieri sera qualcuno ha fatto marcia indietro, e ora il messaggio è diventato: “prima di decidere, sarà il caso di sedersi attorno a un tavolo”…

È stato il Sottosegretario allo Sviluppo Economico Stefano Saglia a rivelare per primo un cambio di rotta minimo ma, forse, decisivo: non si potranno realizzare le centrali nucleari nelle Regioni che si esprimeranno negativamente sulla localizzazione degli impianti nel loro territorio – ha dichiarato Saglia durante la seduta delle Commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera di ieri sera. Per poi aggiungere: il programma energetico nucleare non potrà essere realizzato in assenza di una totale condivisione delle comunità territoriali coinvolte.

Se così fosse l’iter dell’atomo in Italia potrebbe subire ulteriori ritardi, dato che fino ad ora solo 4 Regioni su 21 accetterebbero la costruzione di un reattore all’interno del proprio territorio. La decisione della Corte Costituzionale secondo la quale le Regioni devono essere “adeguatamente coinvolte” assume quindi un altro aspetto, più chiaro e limitante. Per non parlare del referendum di giugno, che potrebbe bloccare qualsiasi ulteriore passo avanti. Ed è forse proprio col pensiero rivolto a quel referendum che Saglia ha voluto sottolineare come una modifica da parte del governo delle decisioni già assunte sul piano energetico sull’onda emotiva degli eventi catastrofici del Giappone sarebbe inopportuna.

Insomma, se il referendum non dovesse passare, state tranquilli, a decidere saranno i cittadini, ma senza farsi prendere troppo dall’emozione… d’altra parte, come ha ricordato il Ministro della Giustizia Angelino Alfano ieri sera a Ballarò: il governo ha a cuore la salute dei cittadini.

Roberto Zambon

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