Dissesto idrogeologico: come prevenire le alluvioni in 5 mosse

dopo averlo fatto in occasione delle alluvioni dello scorso novembre, il WWF torna a rilanciare le stesse proposte che aveva messo sul tavolo già qualche mese fa. Proteggere il nostro territorio non è una cosa difficile, basta volerlo e mettere in atto cinque semplici punti chiave. Alle cinque mosse virtuose, però, questa volta se ne aggiungono altre due, attualmente praticate nelle Marche, dove si cerca di diminuire il rischio idraulico attraverso la rinaturazione dei fiumi.

I danni provocati dalle alluvioni di questi giorni non sono figli del caso o di un “deus ex machina” che decide di allagare interi terreni e sommergere piccole e grandi città, ma della cattiva gestione del nostro territorio, sempre lasciata al caso, all’incompetenza, o peggio ancora agli affarucci di pochi.

Per questo, dopo averlo fatto in occasione delle alluvioni dello scorso novembre, il WWF torna a rilanciare le stesse proposte che aveva messo sul tavolo già qualche mese fa. Proteggere il nostro territorio non è una cosa difficile, basta volerlo e mettere in atto cinque semplici punti chiave. Alle cinque mosse virtuose, però, questa volta se ne aggiungono altre due, attualmente praticate nelle Marche, dove si cerca di diminuire il rischio idraulico attraverso la rinaturazione dei fiumi.

Insomma, affrontare l’emergenza e tamponare non basta e non serve, ecco allora le cinque mosse intelligenti suggerite dal WWF:

1) Istituire le Autorità di distretto, come previsto dalle direttive europee, affidando loro un ruolo determinante per coordinare e organizzare gli interventi di difesa del territorio, creando una sorta di “federalismo territoriale”.

2) Rivedere il “Piano strategico idrologico” stabilito dal Ministero Dell’Ambiente e della Tutela del mare e del territorio, integrandolo con azioni diffuse di rinaturazione sul territorio (come stanno facendo all’estero), basata sul recupero della capacità di ritenzione delle acque in montagna e sul recupero delle aree di esondazione naturale in pianura.

3) Ripristinare i finanziamenti ordinari per la difesa del suolo, che nell’ultima finanziaria hanno subito un taglio mortale.

4) Garantire la comunicazione, l’interazione e il reale coinvolgimento di tutti i settori nella progettazione delle misure e degli interventi di difesa del suolo.

5) Avviare una efficace politica di riduzione del “consumo del suolo”, principale causa di frane e alluvioni.

Verdiana Amorosi

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