Ecomafia 2009: torna l’abusivismo edilizio

torna prepotentemente alla ribalta ed è il cemento selvaggio. In questo fenomeno di ritorno, in cui le mafie sono molto attive per la rapidità del riciclo del denaro sporco, la Campania, o meglio la camorra, sono stabili al primo posto rispetto al 2008

I numeri di Legambiente sui reati di ecomafia sono inquietanti sotto qualsiasi punto di vista li si voglia guardare, ma un reato torna prepotentemente alla ribalta ed è il “cemento selvaggio“.

In questo fenomeno di ritorno, in cui le mafie sono molto attive per la rapidità del riciclo del denaro sporco, la Campania, o meglio la camorra, è stabile al primo posto rispetto al 2008. I numeri connessi al cemento campano sono: 1.267 infrazioni accertate, 1.685 denunce e 625 sequestri.

L’abusivismo edilizio si esplicita in interi quartieri, paesi, comuni, e tra questi anche località di pregio, come Ischia, la costiera amalfitana e cilentana, Paestum. E dove trova un insperato alleato nel vescovo che ha lanciato un appello alla procura perché si eviti “il legalismo esasperato”, sospendendo gli abbattimenti “in attesa del Piano Casa del governo”. Ingenuo, per qualcuno anche razionale, ma ciò giustifica l’illegalità e la criminalità, in attesa del solito condono.

Al secondo posto troviamo la Calabria, con 900 infrazioni, 923 persone denunciate e 319 sequestri. Non è solo l’abusivismo a preoccupare, fenomeno comunque in crescita in tutta Italia, ma anche quello degli appalti di opere pubbliche; nel caso della Calabria possiamo citare la travagliata autostrada Salerno-Reggio, la statale jonica e a venire il ponte sullo Stretto.

Terza, e un po’ a sorpresa, il Lazio, che supera la Sicilia, dove sono quasi raddoppiati sequestri e denunce. Nel Lazio è altrettanto preoccupante la gestione del ciclo dei rifiuti, e per questo motivo sono diverse gli allarmi provenienti dal mondo ambientalistico, giudiziario e politico.

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