Sardegna: dopo la marea nera di Porto Torres, arrivano container di rifiuti tossici

Continua a preoccupare la situazione ambientale della Sardegna. Mentre Stefania Prestigiacomo, Ministro dell’ambiente, archivia il caso sulla marea nera di Porto Torres – definendo la situazione un incidente ormai superato – arrivano nuovi allarmi per il caso dei container giunti la settimana scorsa a Portovesme - frazione del comune di Portoscuso, in provincia di Carbonia-Iglesias: i materiali analizzati sono radioattivi. I risultati dei test infatti hanno evidenziato una contaminazione da isotopi di cesio 137 su parte del carico. Per questo è previsto per oggi un incontro a Brescia, in prefettura, dove Alfa Acciai, Arpa e Carabinieri dei Noe faranno il punto sulla situazione.

Continua a preoccupare la situazione ambientale della Sardegna. Mentre Stefania Prestigiacomo, Ministro dell’ambiente, archivia il caso sulla – definendo la situazione un – arrivano nuovi allarmi per il caso dei container giunti la settimana scorsa a Portovesme – frazione del comune di Portoscuso, in provincia di Carbonia-Iglesias: i materiali analizzati sono radioattivi. I risultati dei test infatti hanno evidenziato una contaminazione da isotopi di cesio 137 su parte del carico. Per questo è previsto per oggi un incontro a Brescia, in prefettura, dove Alfa Acciai, Arpa e Carabinieri dei Noe faranno il punto sulla situazione.

I due container contenenti fumi di acciaieria contaminati da materiale radioattivo sono arrivati nello stabilimento della Portosverme proprio dalla città lombarda e hanno viaggiato “indisturbati” fino in Sardegna.

È evidente che il livello dei controlli sulla filiera dei rifiuti speciali è assolutamente inadeguato soprattutto per quelli più pericolosi come i radioattivi. – ha commentato Vincenzo Tiana, presidente di Legambiente Sardegna – Si tratta di un episodio molto grave dal momento che per l’utilizzo dei fumi di acciaieria, nel ciclo produttivo della Portovesme S.r.l., era stata disposta a suo tempo una specifica deroga alla legge regionale, a patto di un rispetto rigoroso della normativa sui rifiuti speciali”.

Anche perché le polveri di abbattimento fumi sono tra i rifiuti più trafficati illegamente dalle ecomafie essendo tra i più pericolosi e costosi da smaltire.

Intanto il comitato attivo di Portoscuso e il social forum di Cagliari hanno fissato per l’8 febbraio un nuovo appuntamento per protestare contro gli illeciti e il traffico di rifiuti pericolosi nella zona. Un no netto ai danni sulla salute pubblica e al territorio.

Insomma, come se la marea nera non fosse bastata, si aggiunge un nuovo inquietante elemento, che rischia di far precipitare la situazione sarda nel baratro del disinteresse nazionale e nell’oblio.
Dagli operai dell’Asinara, al G8 della Maddalena, dal poligono di Salto di Quirra ai rifiuti tossici, passando per la marea nera, la preziosa isola sarda rischia di perdere le sue bellezze naturali e anche il turismo, grande forza economica del territorio.

Se la Prestigiacomo mostra quindi il più totale disinteresse verso l’ambiente della Sardegna, i cittadini locali (e non) non pensano ad altro e sono pronti a far sentire la loro voce per proteggere il loro territorio.
Se non fosse stato per gli abitanti infatti, la marea nera e il trasporto di materiali radioattivi sarebbero fenomeni sconosciuti.

In questo caso, sull’incidente (ufficialmente sempre sminuito) della marea nera ha fatto piena luce il satellite, che ha mostrato un’incredibile realtà di omertà e mancanze: “una piccola Louisiana dimenticata”, come ha commentato il presidente dei Verdi Angelo Bonelli, che chiede un intervento immediato per impedire la navigazione nelle Bocche di Bonifacio a tutte le navi cisterna e le petroliere.

Verdiana Amorosi

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