Qualità dell’aria: sperimentato in Molise dall’Enea un nuovo metodo di monitoraggio dell’inquinamento

Grazie ad un metodo innovativo realizzato in collaborazione dall'Enea con la Regione Molise e con varie università di tutto il mondo, sarà possibile considerare la meteo diffusività nella Valle del Biferno per garantire la qualità dell'aria anche in presenza di industrie

La qualità dell’aria, soprattutto in presenza di industrie, si deve gestire e non più subire. È stato questo il messaggio lanciato dalla ricerca internazionale condotta dal Cosib (Consorzio per lo Sviluppo Industriale della valle del Biferno) nella Valle del Biferno, in Molise.

Realizzata in collaborazione con la Regione, l’Enea e con la partnership di sei università, La Sapienza di Roma, l’Università del Salento, l’Università di Phoenix, la Notre Dame University, l’Università di Helsinki, l’Università di San Pietroburgo, e infine il Finnish Meteorological Institute (FMI) e l’Arpa Molise, la ricerca, presentata ieri a Roma, si è articolata in due campagne di misurazione, svolte a marzo e a luglio del 2009, che hanno analizzato i caratteri atmosferici locali sia durante i mesi invernali che in estate.

Alla base della ricerca vi è stato il concetto di meteo diffusività, ossia la dispersione e la differente concentrazione delle sostanze inquinanti in base alle caratteristiche meteo-climatiche di un luogo.

Partendo da questa considerazione, nella Valle del Biferno, è stato applicato un metodo innovativo che attraverso l’impiego di vari strumenti ha analizzato il microclima. Tale metodologia, messa a punto dall’Enea, ha così cercato di trovare una soluzione in grado di conciliare lo sviluppo all’attenzione per l’ambiente e la salute umana.

Il Presidente della Regione Molise Angelo Michele Iorio ha spiegato: “Quando siamo partiti quattro anni fa, spinti dalla necessità di approfondire lo stato di salute dellaria della nostra valle, pur nella consapevolezza di realizzare un progetto di alto valore scientifico e tecnologico, non avremmo mai immaginato che la nostra esperienza molisana avrebbe potuto prendere una matrice internazionale, a tal punto da interessare fortemente il mondo Istituzionale del nostro Paese, scientifico e accademico internazionale, della Commissione Europea, degli Stati Uniti e della Russia.

Francesca Mancuso

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