Nucleare in Italia, Prestigiacomo: “scelta strategica per il futuro, ma c’è bisogno di trasparenza”

Il ritorno al nucleare è una “scelta strategica per il futuro” del nostro Paese ed è quindi necessaria un’operazione di trasparenza su questa nuova realtà. Parola di Stefania Prestigiacomo, Ministro dell'Ambiente, che ha comunicato questo intento in un messaggio inviato ai tecnici e agli esperti sia italiani sia francesi che in questi giorni si sono incontrati nella nostra Capitale per un convegno sul nucleare, organizzato dal ministero, in collaborazione con l’ambasciata francese.

Il ritorno al nucleare è una “scelta strategica per il futuro” del nostro Paese ed è quindi necessaria un’operazione di trasparenza su questa nuova realtà. Parola di Stefania Prestigiacomo, Ministro dell’Ambiente, che ha comunicato questo intento in un messaggio inviato ai tecnici e agli esperti sia italiani sia francesi che in questi giorni si sono incontrati nella nostra Capitale per un convegno sul nucleare, organizzato dal ministero, in collaborazione con l’ambasciata francese.

Nel corso dell’incontro, oltre ad un dibattito sulla valutazione dell’impatto ambientale, si è affrontato anche il tema della normativa vigente, alla base della scelta italiana, che secondo quanto espresso dal direttore generale del ministero dell’Ambiente, dovrebbe essere modificata perché poco funzionale.

L’impianto normativo è limitante – ha detto Clinicon un iter in cui devono essere elaborati 34 provvedimenti, collegati tra loro, con il rischio che si finisca come il gioco dell’oca, in cui arrivati a una casella si scopre che bisogna tornare indietro. Potremmo provare a riconsiderarla per renderla più funzionale”.

L’elemento fondamentale – secondo quanto ha dichiarato il direttore generale del ministero – è il processo di inizio, che prevede alcune tappe centrali: l’Agenzia per la sicurezza nucleare, il documento programmatico per la Strategia nucleare, la definizione dei criteri per individuare le zone potenzialmente destinate a ospitare le centrali, la ricognizione dei fattori critici nelle diverse aree del Paese, dove sarà indispensabile attuare dei controlli serrati ed analisi scientifiche.

È ora di fare un’opera di informazione obiettiva e trasparente per aiutare il Paese a valutare il nucleare in modo corretto – ha detto il ministro Prestigiacomo – per accompagnare “questo ritorno con un confronto ampio, con scelte consapevoli, con il consenso dei territori, e con le massime garanzie di sicurezza e le migliori tecnologie“.

Tutti d’accordo quindi sull’esigenza di tornare al nucleare (nel 2010 quando tutto il mondo si converte alle energie rinnovabili) e pare che se l’Agenzia per la sicurezza nucleare verrà istituita in tempi brevi, l’apertura del primo cantiere potrebbe avvenire nel 2013, mentre la prima centrale nucleare potrebbe essere inaugurata nel 2020.
Chissà che non coincida con l’anno in cui il resto del mondo avrà invece smantellato tutte le sue centrali nucleari?

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