Trivelle: c’è l’accordo. Aumento dei canoni e sospensione delle ricerche per 18 mesi

Dopo un lungo braccio di ferro tra Lega e 5Stelle arriva l'accordo sulle trivellazioni. Ad annunciarlo è stato il presidente della commissione Lavori Pubblici. L'accordo lascia ben sperare e prevede due novità ma anche qualche brutta notizia

Dopo un lungo braccio di ferro tra Lega e 5Stelle arriva l’accordo sulle trivellazioni. Ad annunciarlo è stato il presidente della commissione Lavori Pubblici. L’accordo lascia ben sperare e prevede due novità ma anche qualche brutta notizia.

Cominciamo dagli aspetti positivi. Il primo è l’aumento di 25 volte dei canoni annuali di coltivazione e stoccaggio degli idrocarburi. Di conseguenza tutte le compagnie petrolifere che vorranno farlo si troveranno a sborsare una tassa decisamente maggiore rispetto al passato. Un modo per disincentivare coltivazione e stoccaggio.

“Avere aumentato i canoni di 25 volte non è poco, considerando che le royalties per le estrazioni in Italia allo stato sono le più basse d’Europa; quindi ritorno nostro particolarmente basso, elemento molto significativo” ha detto il Ministro Costa.

La seconda novità è lo stop di 18 mesi alle ricerche di idrocarburi in mare. Anche questo è un aspetto “interessante perché per 18 mesi abbiamo modo di sospendere ogni trivellazione e di utilizzare questo tempo proficuamente per modificare ad esempio l’articolo 38 dello Sblocca Italia”.

Secondo il Ministro dell’ambiente, l’accordo “è soddisfacente nella misura in cui questi 18 mesi li mettiamo a frutto. Non è il rinvio al rinvio: abbiamo 18 mesi per costruire il nuovo sistema”.

“Non firmo e non firmerò autorizzazioni a trivellare il Paese anche se dovesse esserci il parere positivo della Commissione Via-Vas. Le alternative ci sono. Si chiamano energie rinnovabili’ se bisogna investire, è quella la direzione. Ricordo che un miliardo di euro investito in rinnovabili ed efficientamento energetico crea fino a 13 mila posti di lavoro. È anche una questione economica: vogliamo puntare sulle fossili, che impoveriscono il territorio e che creano pochi posti di lavoro o sulle rinnovabili, perseguendo gli obiettivi di sostenibilità europei, aiutando il clima e creando tanti posti di lavoro? Mi farò dei nemici? Saranno gli stessi nemici dell’ambiente e del Paese” erano state le parole di Costa.

Le buone notizie però finiscono qui. L’accordo prevede infatti una moratoria di 24 mesi per i procedimenti autorizzativi volti alla prospezione e alla ricerca di idrocarburi. Di fatto sono state salvate le estrazioni che ”potranno continuare fino a esaurimento”.

Se da una parte il Piano delle aree idonee dovrà essere redatto entro 18 mesi, la moratoria in realtà potrà durare fino a due anni. Inoltre, “se il Piano non risulterà adottato, procedimenti e istanze di permesso riprendono efficacia entro 24 mesi”.

Lo stop di 18 mesi inoltre non riguarderà le concessioni per la coltivazione di petrolio e gas pendenti alla data di entrata in vigore della legge ma al tempo stesso non potranno essere presentate nuove istanze. Di fatto, anche se non saranno presentate nuove domande, quelle già depositate potranno proseguire.

Gli emendamenti saranno ulteriormente esaminati dalle commissioni Affari Costituzionali e Lavori Pubblici fino a venerdì. Lunedì il testi arriverà in Senato, dove si prevede l’approvazione entro martedì.

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Francesca Mancuso

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