Pfas in Veneto: vietato il consumo di pesce dell’area rossa

I Pfas in Veneto hanno avvelenato anche i pesci. Per questo la Regione ha emesso un'ordinanza che vieta il consumo di prodotti ittici pescati nell'area rossa, che ricade in varie province, tra cui Verona, Vicenza e Padova e coinvolge ben 30 Comuni

I Pfas in Veneto hanno avvelenato anche i pesci. Per questo la Regione ha emesso un’ordinanza che vieta il consumo di prodotti ittici pescati nell’area rossa, che ricade in varie province, tra cui Verona, Vicenza e Padova e coinvolge ben 30 Comuni.

Fino al 30 giugno il pesce proveniente da quella zona non dovrà assolutamente finire sulle tavole visto che c’è il rischio di contaminazione da Pfas. Da anni tristemente noti in Veneto a causa dell’inquinamento provocato, i Pfas o sostanze perfluoroalchiliche o acidi perfluoroacrilici, sono una famiglia di composti chimici usati soprattutto in campo industriale.

Essendo resistenti ai processi di degradazione, è molto difficile eliminarli. Proprio per questa loro caratteristica vengono utilizzati per rendere resistenti ai grassi e all’acqua vari materiali come tessuti, tappeti, carta, rivestimenti.

Purtroppo, se smaltiti illegalmente o non correttamente, finiscono per raggiungere le falde acquifere avvelenando campi agricoli ma anche fiumi e mari.

In Veneto, è stato accertato che i Pfas stiano inquinando circa una sessantina di comuni. La colpa, secondo la Regione e l’Arpa, sarebbe da imputare all’azienda Miteni, che di recente ha dichiarato fallimento.

Intanto, le acque continuano a essere avvelenate. Da qui la decisione del Presidente della Regione di vietare il consumo del pescato proveniente dai seguenti 30 comuni:

Agugliaro, Albaredo d’Adige, Alonte, Arcole, Asigliano Veneto, Bevilacqua, Bonavigo, Borgo Veneto, Boschi Sant’Anna, Brendola, Casale di Scodosia, Cologna Veneta, Legnago, Lonigo, Lozzo Atestino, Megliadino San Vitale, Merlara, Minerbe, Montagnana, Noventa Vicentina, Orgiano, Pojana Maggiore, Pressana, Roveredo di Guà, Sarego, Terrazzo, Urbana, Val Liona, Veronella, Zimella.

Secondo quanto si legge nell’ordinanza, la questione dei Pfas, “complessivamente intesa, è oggetto, da tempo, di studio e approfondimento da parte dell’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) e di altre Agenzie nazionali”. A dicembre, inoltre, l’Autorità “ha fornito ulteriori aggiornamenti ed elementi di valutazione i merito all’inquinamento da perfluoroalchilici”.

Dal canto suo, l’Efsa ha annunciato che nel 2019 “adotterà nuovi pronunciamenti definitivi”, in attesa dei quali la Regione Veneto ha emesso l’ordinanza di divieto fino al 30 giugno.

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Francesca Mancuso

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