Incendio Tmb Salario: Roma rischia di soffocare… anche nei rifiuti

Sono passate quasi 12 ore da quando le fiamme hanno devastato un capannone che ospita uno dei più grandi depositi di rifiuti di Roma, il Tmb Salario. È presto per fare la conta dei danni. Le certezze sono poche e inquietanti: i rifiuti della Capitale rischiano il collasso e nell'aria sono finite sostanze tutt'altro che salutari per i cittadini

Sono passate quasi 12 ore da quando le fiamme hanno devastato un capannone che ospita uno dei più grandi depositi di rifiuti di Roma, il Tmb Salario. È presto per fare la conta dei danni. Le certezze sono poche e inquietanti: i rifiuti della Capitale rischiano il collasso e nell’aria sono finite sostanze tutt’altro che salutari per i cittadini.

Da ore i Vigili del fuoco cercano di domare l’incendio. L’ultimo aggiornamento, nella tarda mattinata di oggi, rivela che la situazione è sotto controllo ma che le operazioni per il completo spegnimento saranno ancora lunghe.

Le immagini diffuse su Twitter dai pompieri mostrano il disastro dall’alto:

Dove finiranno i rifiuti?

L’impianto di selezione e trattamento, situato in via Salaria 981, secondo quanto si legge sul sito dell’Ama, ospitava sia la frazione secca ossia il rifiuto non differenziato che l’umido o organico. Il primo viene trasformao in “combustibile derivato dai rifiuti” (il cosiddetto CDR, destinato al recupero energetico in impianti di termovalorizzazione), mentre la parte umida viene trattata per essere poi trasformata in “frazione organica stabilizzata” (FOS), un materiale utilizzato nelle attività di copertura delle discariche.

L’impianto ha una capacità di trattamento di 750 tonnellate di rifiuti al giorno. Tanti, troppi. Visti gli ingenti danni, oltre al problema imminente dell’inquinamento atmosferico, ce ne sarà un altro da affrontare. Dove verranno smaltiti i rifiuti prima trattati al Salario? Una domanda finora senza risposta. Di certo Roma non brilla sul fronte della raccolta differenziata. Secondo il rapporto Rifiuti Urbani 2018 appena reso noto dall’Ispra, la differenziata nella Capitale è cresciuta appena, passando dal 42% del 2016 al 43,2 % del 2017, appena 729.050 tonnellate su un totale di 1.687.017 prodotte.

Un disastro ambientale temuto da tempo

Un disastro che non solo poteva ma doveva essere evitato ad ogni costo. Da tempo infatti, cittadini e associazioni chiedevano la chiusura di quella che era diventata una vera e propria discarica nel cuore di Roma, lamentando un aumento di casi di tumore. Tante sono state in questi mesi le manifestazioni di protesta dei residenti, allarmati dalle continue esalazioni provenienti dal Tmb.

“L’aria di Roma oggi è irrespirabile, un disastro ambientale. La discarica del Salario, come è ormai diventato il TMB da tempo, andava chiusa come chiedono cittadini, comitati e associazioni del territori. Tante promesse pre-elettorali da tutti, ma nessuno ha mai avviato un cambio di rotta per chiudere un impianto dove si doveva lavorare l’indifferenziato per far uscire rifiuti trattati, e che invece è diventato una vera discarica nel cuore della città; colpa anche di una percentuale di differenziata che a Roma non cresce da tre anni e da nuovi impianti dei quali la capitale continua a non dotarsi. Oggi il fumo e la puzza stanno attanagliando ogni angolo di Roma, quando il vento li avrà spazzati via, rimarranno per il quartiere salario e i suoi cittadini esausti” ha detto Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio.

Quest’ultima sta procedendo all’invio di una denuncia alla Procura della Repubblica per disastro ambientale.

L’Arpa

I tecnici dell’Arpa Lazio sono al lavoro per monitorare la qualità dell’aria. Stanno monitorando i venti per capire come si sposterà la nube generata dall’incendio:

Inoltre, le tre centraline più vicine all’impianto Bufalotta, Villa Ada, Francia finora hanno rilevato dati orari dei parametri di biossido di azoto, monossido di carbonio, biossido di zolfo e benzene in linea con quelli misurati nelle giornate precedenti e al di sotto dei limiti di legge.

“Nell’area interessata sono stati installati due campionatori: uno ad alto volume ed uno gravimetrico. Una volta effettuati i campionamenti, sarà possibile eseguire presso i laboratori dell’Agenzia le analisi dei microinquinanti (diossine, furani, PCB), del particolato (PM10) e dei metalli e Idrocarburi policiclici aromatici (IPA)” spiega l’Arpa.

L’Amministrazione comunale

L’assessora alla Sostenibilità Ambientale Pinuccia Montanari ha convocato una Cabina di Regia alle ore 9 di questa mattina, a cui hanno preso parte oltre alle Autorità Capitoline anche la Protezione Civile, il Dipartimento Tutela Ambientale di Roma Capitale e il Ministro dell’ambiente Costa:

“In seguito all’incendio, per ragioni precauzionali, in attesa dei dati delle misurazioni dell’aria da parte di Asl e Arpa Lazio, le raccomandazioni sono di chiudere le finestre laddove si percepisce odore, ma soprattutto evitare attività all’aria aperta ed evitare di consumare prodotti colti nell’area circostante all’incendio” intima il Campidoglio in una nota.

Non si sa ancora cosa si stia sprigionando, lo sapremo solo tra qualche giorno. Rossella Muroni, Presidente nazionale di Legambiente, ha depositato due atti: il primo è la richiesta di un’indagine sul TMB Salario da parte della commissione speciale sui rifiuti ed i traffici illeciti, il secondo è la risoluzione per la chiusura del TMB e l’avvio di un’indagine epidemiologica sulla popolazione.

“La risoluzione è stata depositata sia in commissione ambiente che in commissione salute. Chiunque bloccherà o ritarderà questi due processi sarà responsabile del tentativo di negare, sottovalutare, ridurre la gravità della situazione dei rifiuti a Roma. Intanto le fiamme oggi gridano la verità. Il TMB Salario va chiuso”.

Non possiamo essere più d’accordo.

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Francesca Mancuso

Foto: VVF

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