Clima: da Bonn ancora nulla di fatto ma spunta l’ipotesi di tre accordi per superare lo stallo

Cala il sipario sul penultimo appuntamento internazionale sul clima prima della Conferenza ONU di Cancun di dicembre dalla quale dovrà uscire l'accordo vincolante in grado di sostituire il Protocollo di Kyoto. Ma dai negoziati di Bonn, alla quale hanno preso parte i rappresentanti di 175 governi ,ancora delusione, frustrazione e, addirittura, alcuni dietro front rispetto agli impegni già assunti a Copenhagen.

Cala il sipario sul penultimo appuntamento internazionale sul clima prima della Conferenza ONU di Cancun di dicembre dalla quale dovrà uscire l’accordo vincolante in grado di sostituire il Protocollo di Kyoto. Ma dai , alla quale hanno preso parte i rappresentanti di 175 governi ,ancora delusione, frustrazione e, addirittura, alcuni dietro front rispetto agli impegni già assunti a Copenhagen.

L’attesa svolta di far convergere le posizioni sulle riduzioni di emissioni climalteranti non c’è stata e nessun passo in avanti significativo si è registrato in questa settimana di trattative, tanto da far affermare al rappresentante americano Jonathan Pershing, nel corso di una conferenza stampa via Internet, di essere a questo punto “molto preoccupato”.

A riportare un minimo di ottimismo, l’appello lanciato dal nuovo segretario esecutivo della UNFCCC (Convenzione quadro dell’Onu sui cambiamenti climatici), Christiana Figueres che, al termine dei lavori, ha invitato gli Stati a ridurre le opzioni sul tavolo delle trattative in modo tale che in Messico possano almeno essere prese una serie di decisioni pratiche. Ad esempio quelle su gestire i fondi per i paesi in via di sviluppo o incrementare l’utilizzo delle tecnologie verdi per ridurre le emissionima la conclusione di un accordo vincolante a Cancun appare sempre più improbabile.

Lo stallo riguarda ancora una volta due nodi cruciali che non accennano a sciogliersi: la divisione tra gli impegni che dovranno assumere le nazioni più ricche e quelle più povere e l’assenza di una strategia condivisa nella lotta ai cambiamenti climatici.

A Cancun i governi possono e devono fare passi avanti in ambiti come l’adattamento, la finanza per il clima e la lotta alla deforestazione – ha detto Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF ItaliaMa devono aumentare i propri sforzi e iniziare a cercare punti di convergenza in maniera molto più seria.” Per fare un esempio, l’ambito degli accordi già raggiunti a Copenaghen sulla riduzione delle emissioni dovute alla deforestazione e al degrado delle foreste (REDD) è stato messo di nuovo in discussione”.

E intanto, dalle indiscrezioni trapelate, spunta l’ipotesi di un possibile accordo in grado di appianare le divergenze perché composto di tre parti distinte e altrettanto vincolanti. A rivelarlo il rappresentante speciale per i cambiamenti climatici del Messico, Luis Alfonso de Alba che all’agenzia di stampa Reuters ha specificato: “uno strumento sarà dedicato ai paesi che già aderivano al Protocollo di Kyoto, ma è anche possibile che ne sia creato uno dedicato agli Stati Uniti e un terzo per i paesi in via di sviluppo“.

E riguardo alla Conferenza di Cancun de Alba ha ammesso che potrebbero essere necessari “diversi anni e diversi strumenti” prima di riuscire a rendere effettivo un documento legalmente vincolante.

Ma intanto la scadenza del Protocollo di Kyoto si avvicina e si teme il vuoto normativo anche se i meccanismi e le azioni di cooperazione già avviati potrebbero continuare comunque ad esistere in quanto legati agli obiettivi della Convenzione Onu sul clima. Una tesi, questa, non condivisa ancora pienamente dalle varie fazioni.

E allora tutto rimandato, soprattutto le speranze, agli incontri di alto livello previsti a settembre a New York e a Ginevra prima dell’ultimo, decisivo round di negoziati in Cina dal 4 al 9 ottobre a Tianjin, ultima opportunità per i Governi di risolvere le questioni in sospeso prima di Cancun 2010.

È preoccupante vedere che a Bonn le discussioni a porte chiuse non hanno fatto i progressi necessari. Il dibattito sulla mitigazione ha addirittura fatto passi indietro e si è polarizzata, mentre altri ambiti, come i fondi per la finanza per il clima, richiedono progressi urgenti, e non possono attendere il Gruppo Consultivo delle Nazioni Unite (AGF) – ha concluso Mariagrazia MidullaNon possiamo permetterci questi negoziati ‘a passo di lumaca’. Se non acceleriamo i tempi questo percorso perderà slancio.”

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