Goletta dei Laghi 2010: ecco il bilancio finale

Presentato ieri a Milano il bilancio finale della campagna di Legambiente Goletta dei Laghi. Bocciati gli specchi d'acqua lombardi

Presentato da Legambiente il bilancio finale della Goletta dei Laghi. Ricordate di che si tratta? La campagna consisteva in un monitoraggio scientifico sullo stato di salute dei laghi italiani, ed è stata realizzata anche grazie al contributo del COOU (Consorzio Obbligatorio Oli Usati).

I dati finali sono stati presentati ieri mattina a Milano alla presenza di Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente, Barbara Meggetto, portavoce della Goletta dei Laghi, e Antonio Mastrostefano, direttore strategie, comunicazioni e sistemi del COOU.

Dalle analisi è emerso che sono 58 i campioni inquinati. Nella parte più bassa della classifica rimangono i laghi lombardi, il lago di Como e il lago d’Iseo, anche a causa del persistente problema del deficit di depurazione.

Di essi, 46 risultano fortemente inquinati, ossia con una concentrazione di batteri fecali pari al doppio del limite di legge. Inoltre, secondo l’indagine, 38 foci di fiumi e torrenti sono risultate fuori legge, anche a causa degli scarichi dei comuni dell’entroterra.

Inaspettato l’inquinamento rilevato sul più grande lago italiano, il Lago di Garda, in cui sono stati segnalati ben 17 punti inquinati, di cui 13 fortemente inquinati. Segue poi il Lago di Como, con 13 punti critici 13 e 10 fortemente inquinati. Vi sono poi il Lago di Iseo e il Lago Maggiore con 10 punti critici totali. Meglio la situazione nel Lazio, dove il laghi di Fondi, Turano, Bolsena e Bracciano hanno riportato un solo punto critico.

Relativamente al problema degli scarichi, Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente si dice preoccupato e auspica un intervento immediato: “L’inquinamento da scarichi fognari non depurati nei laghi italiani rappresenta ormai una cronica emergenza nazionale. L’Italia affronti seriamente questo problema invece di aggirarlo con operazioni furbesche, come fatto con la nuova legge sulla balneazione, molto più ‘generosa’ della precedente“. Ecco cosa suggerisce: “Per chiudere questa pagina vergognosa occorre procedere alla costruzione di fognature e depuratori ma serve la volontà politica da parte del Governo e degli enti locali, lo stanziamento di adeguate risorse economiche e la certezza normativa, che la nuova legge di riforma degli Ambiti Territoriali Ottimali purtroppo non garantisce“.

Per gli addetti ai lavori è tempo di agire, e anche subito.

Francesca Mancuso

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