Hawaii, primo Paese a vietare le creme solari più dannose per salvare i coralli

Niente creme solari dannose per l'ambiente alle Hawaii. Le splendide isole americane hanno ufficialmente vietato le vendite di quelle che contengono alcune sostanze nocive per i coralli. La legge è stata approvata definitivamente.

AGGIORNAMENTO DEL 5 LUGLIO

La legge è passata. Ieri il governatore David Ige ha firmato il disegno di legge che bandisce quasi tutti i filtri solari che contengono determinate sostanze chimiche che danneggiano le barriere coralline e altri ecosistemi marini. Approvata a maggio ma in attesa dell’ok definitivo, la norma vieta la vendita e la distribuzione di filtri solari contenenti oxybenzone o octinoxate, che possono essere letali per le larve di corallo. Le isole Hawaii saranno il primo paese al mondo a farlo. Molti produttori di creme solari saranno dunque essere costretti a cambiare le formule o a veder banditi i propri prodotti dalle vendite alle Hawaii.

I legislatori dello Stato nel corso di questa settimana hanno approvato una misura che potrebbe vietare la vendita di lozioni solari contenenti ossibenzone (benzophenone-3 o BP-3) e octinoxate entro il 2021 per proteggere le barriere coralline dallo sbiancamento. Si tratta di filtri chimici, contenuti nelle creme, utili a proteggere la pelle dai raggi UV ma ritenuti tossici per i coralli. Questi ultimi sono una parte vitale dell’ecosistema oceanico.

Alle Hawaii i consumatori sarebbero autorizzati a comprare la protezione solare contenente queste due sostanze solo se prescritta da un medico, anche se la legge stessa non vieta gli acquisti online e ai turisti di portarli sulle isole.

Le Hawaii saranno il primo stato a emanare un divieto sulle sostanze chimiche se il governo di David Ige darà l’ok definitivo al disegno di legge. Anche lo scorso anno era stata fatta una proposta simile, purtroppo fallita. Secondo il NewYork Times, gli scienziati ambientali si erano schierati contro imprese e gruppi commerciali attorno ai quali gira l’enorme mercato dei prodotti solari americani, pari a 2 miliardi di dollari. Purtroppo lo scorso anno, a vincere sono stati i produttori.

Questo è “il primo passo per aiutare la nostra barriera corallina e proteggerla dal deterioramento”, ha detto Donna Mercado Kim, la senatrice che ha introdotto la misura. Sebbene altri fattori contribuiscano al degrado della barriera, “si spera che altre giurisdizioni guarderanno a questa legislazione e ne seguiranno l’esempio”.

“Molte cose uccidono le barriere coralline, ma sappiamo che l’ossibenzone impedisce loro di tornare indietro” spiega Craig Downs, uno scienziato il cui studio peer-reviewed del 2015 ha rilevato che l’ossibenzone sia una minaccia per le barriere coralline.

Questa sostanza colpisce anche i ricci di mare e uccide le alghe, fonte di cibo per le tartarughe marine. Ogni anno 14.000 tonnellate di creme solari finiscono sulle barriere coralline.

Non mancano le polemiche. Secondo Tina Yamaki, presidente del Retail Merchants delle Hawaii, il divieto potrebbe scoraggiare le persone dall’acquistare prodotti per la protezione solare dai negozi locali. Dal canto suo l’American Chemistry Council ha sottolineato i pericoli dell’esposizione al sole.

Secondo la EWG, esistono però anche altri rischi per l’uomo connessi all’uso di ossibenzone. Quest’ultimo infatti penetra nella cute e agisce come fotosensibilizzatore ma un derivato può attaccare addirittura il DNA. Inoltre, può favorire lo sviluppo di tumori alla pelle.

Alcuni produttori di creme si stanno già adeguando, producendo lozioni prive di queste sostanze e non dannose per le barriere coralline. In ogni caso, anche se la legge passasse, ci sarebbe tempo fino al 2021 per esaurire le creme già prodotte.

Purtroppo, i coralli dovranno aspettare e dovranno incrociare le dita, sperando che almeno alle Hawaii queste sostanze tossiche siano bandite.

Anche se non viviamo alle Hawaii, facciamo molta attenzione quando scegliamo la protezione solare. Preferiamo le creme solari bio, con filtri fisici e un buon INCI.

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Francesca Mancuso

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