Elettrosmog: Radio Vaticana accusata di inquinamento elettomagnetico

Ci sono voluti cinque anni di studi, interviste, collaborazioni e analisi, ma alla fine la perizia di Andrea Micheli – perito dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano – è stata depositata al tribunale di Roma: 397 pagine che dimostrano “un'associazione importante, coerente e significativa tra esposizione residenziale alle strutture di Radio Vaticana ed eccesso di rischio di malattia per leucemia e linfomi nei bambini”.

Ci sono voluti cinque anni di studi, interviste, collaborazioni e analisi, ma alla fine la perizia di Andrea Micheli – perito dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano – è stata depositata al tribunale di Roma: 397 pagine che dimostrano “un’associazione importante, coerente e significativa tra esposizione residenziale alle strutture di Radio Vaticana ed eccesso di rischio di malattia per leucemia e linfomi nei bambini”.

Le zone interessate sono quelle nelle vicinanze dei 60 ripetitori della Santa Sede: Cesano, Olgiata, La Storta, Anguillara, Tomba di Nerone. È qui che negli ultimi tempi i casi di leucemie e tumori sono aumentati in modo allarmante, tanto da far scattare l’inchiesta dei due pubblici ministeri di allora: Giancarlo Amendola e Stefano Pesci. I decessi nell’area di studio per il periodo preso in esame (dal 1997 al 2003) sarebbero 137 su una popolazione di 102.000 abitanti per quanto riguarda Radio Vaticana, mentre all’elettrosmog dovuto a MariTele potrebbero essere ricondotti 141 morti.

Sotto la lente dei periti, infatti, non c’è solo la Santa Sede, ma anche la Marina Militare Italiana, i cui ripetitori sono installati in quelle stesse zone a Nord di Roma. E allora forse non è un caso se proprio qui è stato fondato il comitato Bambini senza onde, una decina di anni fa, dal signor Augusto Rossi, padre di una bambina malata di leucemia. E forse non è un buon segno se i ripetitori – se ne occupò anche Striscia la Notizia – sono tanto potenti da rendere qualsiasi cosa (grondaie, scaldabagni, citofoni eccetera) dei piccoli altoparlanti da cui è possibile ascoltare le trasmissioni radio.

Resta il “forse”: gli studi condotti sull’inquinamento elettromagnetico sono infatti ancora pochi, e spesso il campione preso in considerazione viene considerato troppo esiguo, oppure i committenti che lo finanziano risultano avere il proprio tornaconto. A quanto sostiene la perizia, tuttavia, “lo studio epidemiologico sugli effetti delle strutture di Radio Vaticana e MariTele ha accertato il rischio di mortalità per leucemia e per l’insieme dei tumori del sistema emolinfopoietico”, nonché “il rischio di malattia (incidenza) di leucemia e linfomi”.

Padre Lombardi, direttore di Radio Vaticana, dopo aver appreso con stupore la notizia, ha fatto sapere che eventuali “controdeduzioni” verranno rese note al più presto dai propri consulenti tecnici: il prof. Umberto Veronesi e la dott.ssa Susanna Lagorio. Ha anche sostenuto che le emissioni generate rispettino la norma italiana, nonostante la Relazione conclusiva sulla caratterizzazione elettromagnetica del sito di Radio Vaticana effettuata l’8 novembre 1999 dal Dipartimento Ambiente e Protezione civile della Regione Lazio abbia dimostrato esattamente il contrario.

Ad ogni modo, qualora il Tribunale dovesse valutare tali “controdeduzioni” insufficienti, potrebbe essere accolta la richiesta di rinvio a giudizio per i responsabili. L’accusa è di omicidio colposo.

Roberto Zambon

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