Mare Monstrum 2010: i 10 nemici delle coste italiane

In contemporanea al ritorno di Goletta Verde 2010, è stato presentato l'annuale report di Legambiente, famoso anche per l'efficacia del suo nome, Mare Monstrum. Ma quali sono i 10 nemici del mare italiano per il 2010 ?

In contemporanea al ritorno di Goletta Verde 2010, è stato presentato l’annuale report di Legambiente, famoso anche per l’efficacia del suo nome, Mare Monstrum. Ma quali sono i 10 nemici del mare italiano per il 2010 ?

 

1) Le trivellazioni off shore di petrolio

Nonostante l’avanzare di una coscienza energetica alternativa e rinnovabile, diversi fattori hanno spinto le società petrolifere a richiedere (ed ottenere) numerosi permessi per la trivellazione off-shore, per circa 39mila kmq dislocati in 76 aree, spesso in aree a grande pregio ambientale. La paura è cresciuta dopo i tanti disastri ambientali, inclusa la famigerata marea nera nel golfo del Messico; questa “Chernobyl” petrolifera sta facendo cambiare idea anche a chi non credeva che il petrolio potesse essere poi troppo dannoso

 

2) Il ritorno del nucleare

Il tema, come sapete, è dibattuto. Legambiente è fortemente schierata contro il nucleare. Gli unici a poter fermare, dopo che la Consulta ha dichiarato legittimo tale ritorno, l’installazione di una centrale, saranno i cittadini dei siti dove verrà creata. Per ora sui siti solo ipotesi, anche se qualcuna appare più concreta. E qualche certezza. La mancanza di lavoro e alcune prospettive fiscali, renderano la pillola per molti meno amara, e convinceranno anche qualche timido restio.

 

3) Gli scarichi civili non depurati

Ben il 30% degli italiani non sono serviti da un impianto di depurazione, è la denuncia, e addirittura il 15% non ha dove scaricare i propri reflui, ovvero non ha le fogne. A conferma di ciò è la procedura d’infrazione europea verso quei 178 comuni che, appunto, non trattano le acque reflue. Cinque le regioni sotto accusa dalla UE: Sicilia, con 74 comuni inosservanti, Calabria, 32 comuni, Campania, 23 comuni, Liguria e Puglia.

 

4) La pesca illegale e le spadare

La pesca con questo particolare tipo di rete per catturare il pesce spada, è vietato; ma nonostante ciò, ancora in uso.

 

5) Il traffico delle petroliere

Il Mediterraneo è un passaggio obbligato per molte cisterne petrolifere, con i rischi annessi. Rischi che, come talvolta accade, comportano delle enormi tragedie per la Terra.

 

6) Le navi dei veleni

Parliamo ovviamente delle navi cariche di rifiuti pericolosi, in molti casi rifiuti radioattivi, che sono state (e forse ancora vengono) affondate per sversare in mare quelle scorie che altrimenti non si saprebbe come trattare a costi inferiori.

 

7) L’inquinamento industriale

 

8) Il cemento legale e illegale

Soprattutto usato per costruire villette, attracchi privati e strutture ricettive, ma il minimo comune denominatore è il vantaggio di pochi, a scapito del bene di tutti. Fermiamoli, fermiamoli !

 

9) Il carbone nelle centrali termoelettriche

I costi ed i nuovi metodi di trattamento, ma soprattutto il primo motivo, come ha ammesso l’AD di Enel in un’intervista di qualche giorno fa, hanno rilanciato la produzione energetica attraverso la combustione della fonte più inquinante: il carbone. Sotto tiro le centrali di Civitavecchia, Fiumesanto, Porto Tolle ed i progetti di Saline Joniche o Rossano Calabro. Capiamo che l’emergenza energetica debba essere affrontata anche sul fronte dei costi, ma cerchiamo insieme la soluzione migliore per noi e per chi verrà dopo di noi.

 

10) L’erosione costiera

I 4.863 Km. di coste italiane hanno subito negli ultimi 50 anni il 24% di erosione, con un arretramento medio di 25 mt. L’erosione è naturale, ma in questa misura, e nonostante le misure prese, è tutta da addebitare all’uomo, e alle sue scellerate decisioni e attività.

Mario Notaro

 

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