Bloccata la costruzione della diga “costata la vita” a Berta Càceres in Honduras

Alla fine la battaglia dell’attivista Berta Càceras uccisa poco più di un anno fa, ha portato i suoi frutti: gli investitori internazionali stanno ritirando il loro sostegno per la costruzione della diga Agua Zarca sul fiume Gualcarque, in Honduras.

Alla fine la battaglia dell’attivista Berta Càceras uccisa poco più di un anno fa, ha portato i suoi frutti: gli investitori internazionali stanno ritirando il loro sostegno per la costruzione della diga Agua Zarca sul fiume Gualcarque, in Honduras.

Come dimenticare l’attivista che da anni lottava per i diritti delle popolazioni dell’Honduras e che nel 2015 aveva ricevuto il Goldman Environmental Prize, da molti considerato il Nobel per l’ambiente?

Tra le sue tante battaglie c’era proprio la costruzione della diga Agua Zarca e il conseguente sfruttamento delle terre ancestrali degli indigeni. Era stata assassinata nella notte tra il 2 e il 3 marzo 2016, nella sua casa di La Esperanza, nel dipartimento di Intibucá, a ovest della capitale dell’Honduras, Tegucigalpa.

Tre uomini le avevano sparato, l’unica buona notizia è che l’ appello di Berta Càceres è stato finalmente ascoltato.

I tre istituti che sostenevano il progetto della diga hanno annunciato il ritiro dei finanziamenti alla compagnia Desarrollos Energeticos SA (Desa) che da anni veniva contrastata dai Lenca guidati dall’attivista.

Secondo The Guardian i principali azioni sono Potencia y Energia de Mesoamerica (Pemsa) con sede a Panama e Inversiones Las Jacaranda, di proprietà della famiglia Atala Zablah.

Altri fondi venivano dalla società finlandese FinnFund, dalla BCIE che era il principale investitore e dall’olandese FMO. Tutti avevano già ritirato i fondi. Con l’ammanco di questi 44 milioni di dollari c’è quasi la sicurezza che i lavori verranno definitivamente bloccati.

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L’indignazione internazionale per la morte di Berta ha aperto gli occhi alla società civile, un grande traguardo quello della non costruzione della diga che è costato però la vita ad un essere umano.

E purtroppo non è un caso isolato perché dal 2010, oltre 100 attivisti che si battono in difesa dell’ambiente e delle popolazioni incontattate.

Dominella Trunfio

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