Grave sversamento di petrolio vicino alla futura Dakota Pipeline: il disastro ambientale di cui nessuno parla

Grave sversamento di petrolio vicino al sito di protesta per fermare la costruzione dell’ultimo tratto della Dakota Pipeline Access negli Stati Uniti. Le autorità locali hanno riferito che da un oleodotto che si trova a sole 150 miglia (240 km) dal sito di protesta dei Sioux sono fuoriusciti 176 mila galloni di greggio che stanno inquinando il fiume Missouri.

Grave sversamento di petrolio vicino al sito di protesta per fermare la costruzione dell’ultimo tratto della negli Stati Uniti. Le autorità locali hanno riferito che da un oleodotto che si trova a sole 150 miglia (240 km) dal sito di protesta dei Sioux sono fuoriusciti almeno 176 mila galloni di greggio (circa 670mila litri) che stanno inquinando il fiume Missouri.

Il nuovo disastro ambientale riguarda la Belle Fourche Pipeline ad ovest di Cannon Ball, in North Dakota, dove migliaia di manifestanti pacifici della tribù dei Sioux e non solo da mesi stanno manifestando per fermare la costruzione del nuovo oleodotto.

I pericoli di sversamento di petrolio sono reali e ora le forniture idriche della zona sono a rischio inquinamento. Le proteste dei Sioux vogliono evitare fuoriuscite di petrolio proprio come questa, ma ecco che ancora una volta ci troviamo di fronte ad un disastro ambientale forse evitabile.

In realtà la fuoriuscita di petrolio dalla Belle Fourche Pipeline aveva già avuto inizio dai primi giorni di dicembre nella città di Belfield ma evidentemente in breve tempo il problema si è aggravato. Gli operatori sono intervenuti subito per fermare il disastro ma la causa iniziale della fuoriuscita non è ancora nota.

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Lo sversamento ha avuto inizio con 130 mila galloni di petrolio (500mila litri) che si sono riversati nell’Ash Coulee Creek, un affluente del Little Missouri River. Altri 46 mila galloni di petrolio (175mila litri) stanno inquinando il territorio circostante e purtroppo devasteranno l’ecosistema per gli anni a venire.

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Al momento sono stati recuperati 37 mila galloni di petrolio (140mila litri), le risorse idriche per la popolazione non sono state contaminate almeno per il momento. La società responsabile del’accaduto ha ammesso che il monitoraggio elettronico non ha funzionato a dovere per individuare la perdita fin dall’inizio e che ciò ha contribuito a uno sversamento più grave.

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I lavori per bonificare la zona stanno procedendo a rilento a causa della neve e dell’abbassamento delle temperature. Si temono danni per la flora e la fauna locale e per l’inquinamento delle acque fluviali.

A 240 chilometri da qui si trova il sito di protesta dei Sioux per la difesa delle risorse idriche di Standing Rock che sono minacciate in continuazione della Dakota Pipeline. Anche se l’Army Corps of Engineers ha negato il permesso di continuare i lavori, i costruttori spingono in quella direzione. Si teme che il progetto originario venga approvato senza problemi da Donald Trump quando inizierà ufficialmente il nuovo ruolo di presidente Usa, a partire dal 20 gennaio 2017. Trump aveva già espresso il proprio appoggio alla costruzione della Dakota Pipeline.

Le proteste dei Sioux basteranno se non a fermare almeno a deviare il percorso del progetto?

Marta Albè

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