Ghiaccio “bollente”: e se lo scioglimento dei ghiacciai dipendesse da cause naturali?

Se quanto riportato dall 'Università di Napoli fosse confermato, saremmo davanti ad una nuova e clamorosa notizia : dopo l'errore di previsione dell' ONU sullo scioglimento dei ghiacciaidell'Himalaya, dovremmo rivedere anche un altro nostro convincimento: i ghiacciai polari dell'Artico non si starebbero sciogliendo, infatti, a causa del surriscaldamento del clima generato dalle ingenti emissioni di anidride carbonica (CO2) prodotte dalle attività umane, bensì per cause naturali.

Se quanto riportato dall ‘Università di Napoli fosse confermato, saremmo davanti ad una nuova e clamorosa notizia : dopo l’errore di previsione dell’ ONU sullo scioglimento dei ghiacciai dell’Himalaya, dovremmo rivedere anche un altro nostro convincimento: i ghiacciai polari dell’Artico non si starebbero sciogliendo, infatti, a causa del surriscaldamento del clima generato dalle ingenti emissioni di anidride carbonica (CO2) prodotte dalle attività umane, bensì per cause naturali.

Stando a quanto indicato sul sito dell’ Università partenopea, infatti, la prestigiosa rivista Nature, ha recentemente pubblicato gli spiazzanti risultati di una ricerca scientifica condotta dal dott. Sohn della Woods Hole Oceanographic Institution, e finanziata dalla NASA, che imputerebbero ad attività vulcanica sottomarina la causa dello scioglimento dei ghiacciai: grazie all’impiego di speciali telecamere robot si è scoperto che, sotto i ghiacci eterni dell’Artico, si svolge una continua attività vulcanica che ha sorpreso anche i ricercatori. Decine di vulcani, a quattromila piedi di profondità, vomitano magma e nubi ardenti alla velocità di 500m/s che si mescolano con l’acqua gelida e formano grandi nuvole sottomarine di particolato vulcanico che, poi, si depositano in uno spesso tappeto esteso per chilometri.

Come mettere un cubetto di ghiaccio sul fornello: l’attività vulcanica sottomarina si aziona in maniera del tutto naturale e, quindi, la variabilità della superficie coperta dai ghiacci, osservata fin dal 1922, risulterebbe pienamente giustificata e non andrebbe attribuita, come ormai da tempo ci inducono a pensare la maggior parte dei mezzi di informazione, alla sola e principale azione dell’ uomo. Tuttavia, anche se lo scioglimento dei ghiacci fosse da imputare al cause naturali, ciò non deve indurci ad atteggiamenti fatalistici: i cambiamenti climatici restano un problema serio da affrontare con determinazione. Anzi, con maggiore decisione, visto che su fenomeni come quelli descritti su Nature ci sarebbe ben poco da fare e sarebbe opportuno, quindi, concentrarsi ancora di più sugli obiettivi di riduzione delle nostre emissioni di CO2, obiettivi sulla quale i grandi discutono, ma che possono, in piccolo, essere alla portata del nostro agire.

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