Sversamento di cherosene dall’oleodotto Eni. È disastro ambientale a Maccarese (FOTO)

Tutto è iniziato con un tentativo di furto di kerosene ai danni di Eni sull'oleodotto Civitavecchia – Pantano ed è finito nel peggiore dei modi, con un disastro ambientale mai registrato prima per la flora e la fauna nei pressi del fiume Arrone e del rio Palidoro.

Tutto è iniziato con un tentativo di furto di kerosene ai danni di Eni sull’oleodotto Civitavecchia – Pantano ed è finito nel peggiore dei modi, con un disastro ambientale mai registrato prima per la flora e la fauna nei pressi del fiume Arrone e del rio Palidoro.

Eni conferma che lo sversamento di carburante è avvenuto in seguito all’effrazione dolosa ed è stato notificato ai Carabinieri e agli enti competenti come previsto dal D. Lgs. 152/06. L’azienda fa sapere di aver messo in campo tutte le misure necessarie per la completa bonifica dell’area, in collaborazione con le autorità competenti.

A seguito dell’incidente, che avrebbe interessato anche terreni destinati a produzioni agroalimentari, il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha dato disposizione al Nucleo Operativo Ecologico (NOE) dei Carabinieri di procedere ai necessari accertamenti sulle aree colpite, avvalendosi del supporto tecnico dell’Ispra.

Le squadre del Reparto Ambientale Marino del Ministero dell’Ambiente, in coordinamento con la Capitaneria di Porto di Roma, sono già in azione dal momento del primo sversamento per arginare e monitorare il fenomeno sotto il profilo dell’inquinamento marino.

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Le due aree interessate (Palidoro e Maccarese) sono state immediatamente messe in sicurezza, ponendo fine al flusso di carburante poche ore dopo l’effrazione, e le quantità sversate sono state contenute attraverso l’utilizzo di panne di sbarramento e assorbimento. Le attività di contenimento sono completate e si sta procedendo al ripristino attraverso l’assorbimento del carburante e la sua concentrazione per facilitarne l’aspiramento. Eni ha inoltre completato sabato le attività di riparazione dell’oleodotto presso entrambi i siti interessati.

Le prime stime del tutto provvisorie fornite dall’Eni, presente all’unità di crisi convocata questa mattina negli uffici comunali di Maccarese, insieme a Forze dell’Ordine, Protezione civile, Capitaneria di Porto, Arpa, Consorzio di Bonifica, Asl, Associazioni ambientaliste e altri enti coinvolti, parlano di circa 30 tonnellate di cherosene sversati a seguito di furti sulla condotta.

La situazione è ancora di emergenza. Appena finita si inizierà a lavorare sugli interventi di bonifica. Tutto lo sforzo finanziario, sia di bonifica che di ripristino ambientale, dovrà ovviamente essere a carico dell’Eni, che è proprietaria della condotta.

Non sarà un lavoro di 15 giorni, ma un intervento in profondità che richiede metodologie lunghe e complesse che dureranno mesi. Quello in cui si va ad operare è un luogo particolare, delicato, perché siamo dentro a una delle poche Riserve naturali dello Stato italiano. Anche stamattina i volontari delle associazioni ambientaliste WWF e Lipu stanno soccorrendo gli animali in difficoltà a causa dell’inquinamento da cherosene e raccogliendo le carcasse di animali morti. Colgo l’occasione per ringraziare lo sforzo messo in campo da tutti loro“, ha spiegato oggi il sindaco di Fiumicino Esterino Montino.

L’amministrazione rinnova l’appello a osservare attentamente quanto prescritto nelle due ordinanze sindacali emanate nei giorni scorsi, che saranno in vigore fino al termine dell’emergenza: divieto di pesca in tutti i corsi d’acqua e torrenti all’interno della Riserva Statale del litorale romano; il divieto di caccia in tutto il Comune di Fiumicino; il divieto di utilizzare, per qualunque uso e in qualunque modo, compreso l’abbeveraggio degli animali e l’innaffiamento dei campi coltivati, in tutti i fiumi, corsi d’acqua e canali di scolo ricadenti all’interno del perimetro della Riserva Statale del Litorale Romano nel Comune di Fiumicino.

La vicenda di Maccarese evidenzia un crescente fenomeno nazionale legato ai furti di combustibile che avvengono attraverso la perforazione di oleodotti: questioni ben note all’Eni che, come ha annunciato stamattina, ha sperimentato il nuovo sistema di monitoraggio e controllo che verrà adottato anche per l’oleodotto Civitavecchia-Pantano – ha dichiarato Gaetano Benedetto, direttore politiche ambientali del WWF Italia che è intervenuto questa mattina all’Unità di crisi – Il WWF chiede però l’adozione di queste tecnologie non riguardi solo gli ambiti dove si verificano furti frequenti ma anche, in termini di prevenzione, tutti gli oleodotti che attraversano le aree naturali sensibili e in particolare, quelle protette o con alta valenza di produzione agroalimentare. Si tratta di un tema di carattere nazionale che non può riguardare solo l’Eni ma tutte le società petrolifere che gestiscono oleodotti nel nostro paese. In questo senso sarebbe opportuno la questione fosse posta in modo corretto dal Ministero dell’Ambiente e quello dello Sviluppo Economico“.

Intanto sono centinaia gli animali trovati morti, impregnati di idrocarburi, nei canali di Maccarese e del Villaggio dei Pescatori. Moltissimi aironi, cormorani, anatre, così come decine e decine di pesci, che galleggiano nei canali. Tuttavia l’area è vastissima ed è presumibile che le vittime saranno ancora di più.

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Una situazione allarmante, forse anche sottovalutata nelle prime ore, – ha spiegato Fulvio Mamone Capria, presidente della LIPU-Birdlife Italia – che deve ora prevedere un intervento straordinario per un’azione di bonifica rapida ed efficace. Quell’area è straordinariamente importante per le sue produzioni agricole di qualità ma anche di assoluto valore naturalistico, anche perché zona di sosta di uccelli migratori, che in questo periodo svernano lungo il litorale romano e si cibano di pesci e altri piccoli animali nei canali della bonifica di Maccarese“.

Roberta Ragni

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