Cambiamenti climatici: il National Geographic riscrive la mappa dei Poli nel nuovo Atlante

Contro chi cerca ancora di negarne l'esistenza, la perdita di ghiaccio marino artico è un segno lampante del cambiamento climatico avvenuto negli ultimi 30 anni. La gravità della situazione è confermata anche dalla pubblicazione da parte del National Geographic del nuovo atlante che, per la prima volta, ha mappato il riscaldamento globale, ridisegnando la mappa dei Poli

Contro chi cerca ancora di negarne l’esistenza, la perdita di ghiaccio marino artico è un segno lampante del cambiamento climatico avvenuto negli ultimi 30 anni. La gravità della situazione è confermata anche dalla pubblicazione da parte del National Geographic del nuovo atlante che, per la prima volta, ha mappato il riscaldamento globale, ridisegnando la mappa dei Poli.

L’aumento delle temperature globali ha causato il ritirarsi del 12% di ghiaccio per decennio dagli anni ’70, con battute d’arresto particolarmente notevoli nel 2007 e nel 2012. Sciogliendosi, il ghiaccio diventa più sottile, e riflettendo meno sole rispetto a quello più spesso, l’oceano assorbe una maggiore quantità di calore che, a sua volta, indebolisce il ghiaccio ancora di più.

È un evento storico, anche se c’è poco da festeggiare. A dimostrare che si arriva a un momento in cui la storia cambia così radicalmente da costringerci a ridisegnare le mappe del mondo. E se la scoperta dell’America o il collasso dell’Unione Sovietica lo hanno fatto, nel Terzo Millennio saranno i cambiamenti climatici a cambiare l’aspetto fisico della nostra Terra.

Ed è questo quello che vedremo nella prossima edizione del National Geographic Atlas of the World, in uscita il 30 settembre 2014. Secondo quanto reso noto finora, i cartografi hanno apportato uno dei cambiamenti più visibili della storia della pubblicazione: la drastica riduzione del ghiaccio artico. La riduzione pluriennale del ghiaccio al Polo Nord è così evidente rispetto alle precedenti edizioni che il geografo Juan José Valdés del National Geographic l’ha definita “il più grande cambiamento visibile, altro che dissoluzione dell’URSS”.

Nasa ghiaccio2

I cartografi hanno usato i dati sull’Artico risalenti al 2012, utilizzando gli studi e le osservazioni sul ghiaccio marino effettuate dalla NASA e da NSIDC. Mentre la quantità di ghiaccio artico cresce e decresce durante tutto l’anno a seconda della stagione, l’Atlante ha rappresentato il ghiaccio “pluriennale”, ossia quello più vecchio di un anno. “Rappresentare un ambiente dinamico in una forma fissa è sempre una sfida”, ha detto Valdés ma “gli occhi della gente devono essere aperti su ciò che sta accadendo nel mondo.

A puntare il dito contro lo scioglimento dei ghiacciai è stata anche una notizia, sicuramente falsa, ma che ha fatto il giro del web. Un grosso iceberg alla deriva al largo della coste della Groenlandia si starebbe spostando verso il Canada. E sull’enorme ammasso di ghiaccio sarebbero presenti, secondo Gronlandnewsnetwork, almeno una trentina di eschimesi, con un piccolo accampamento fatto di tende e altri oggetti.

Si tratta chiaramente di una bufala visto che il sito e il profilo Twitter sembrano stati creato ad hoc ma magari riuscirà ad attirare l’attenzione sul problema.

Francesca Mancuso

Foto: Nasa

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