Corrado Clini arrestato: peculato ai danni del ministero dell’Ambiente

L'ex ministro dell'Ambiente Corrado Clini è finito in manette. Le accuse sono pesanti: peculato in concorso ai danni del ministero. Insieme a Clini, arrestato dalla Guardia di Finanza, è finito ai domiciliari anche un imprenditore, socio dello studio che ha curato il progetto finito sotto la lente degli inquirenti

L’ex ministro dell’Ambiente Corrado Clini è finito in manette. Le accuse sono pesanti: peculato in concorso ai danni del ministero. Insieme a Clini, arrestato dalla Guardia di Finanza, è finito ai domiciliari anche un imprenditore, socio dello studio che ha curato il progetto finito sotto la lente degli inquirenti.

GLI ILLECITI – Tutto ruota attorno ad un finanziamento di 54 milioni che il ministero dell’Ambiente ha destinato nel 2007, quando Clini era direttore generale del ministero dell’Ambiente, ad un progetto per la protezione e preservazione dell’ambiente e delle risorse idriche da realizzare in Iraq. Si chiamava”New Eden”.

In una nota diffusa dal ministero nel 2003 si parlava di “un programma strategico non solo per lo sviluppo del settore agricolo, ma anche per le aziende italiane alle quali il governo iracheno ha affidato il compito di elaborare il master plan per la gestione integrata delle risorse idriche dell’Iraq. È attorno a questo finanziamento che è stata costruita l’inchiesta: secondo le accuse, Clini avrebbe distratto 3,4 milioni di euro, con un complesso giro di fatture false e di ‘rimbalzi’ nei paradisi fiscali.

L’INDAGINE – L’operazione è stata condotta dal nucleo di polizia tributaria di Ferrara, coordinata dalla procura. L’indagine si è svolta in collaborazione con la Procura della Repubblica di Roma, il Nucleo Speciale Tutela Spesa Pubblica della Guardia di Finanza di Roma, la Procura Federale Svizzera di Lugano e la Polizia Giudiziaria Federale elvetica. Sono ancora in corso alcune perquisizioni.

CHI È CLINI – Corrado Clini è stato direttore generale del ministero dal 1991 al 2011 ed è stato nominato ministro il 16 novembre 2011 nel governo Monti. Era poi tornato a ricoprire l’incarico di direttore generale per lo Sviluppo sostenibile, il clima e l’energia. Come ministro, ricorda AdnKronos, ha affrontato alcune questioni spinose come il caso Ilva, il naufragio della Costa Concordia e l’emergenza rifiuti a Roma.

Di lui si ricordano le posizioni a favore del nucleare, della Tav e del ponte sullo stretto E persino degli ogm. Indelebile nella memoria anche le sue confessioni “green” sul cambio della biancheria intima:rimettersi le mutande che, possibilmente usate da quattro giorni, alle quali però hai fatto prendere aria”, consigliava agli Italiani.

Ad aprile 2012 ha presentato al Cipe il Piano nazionale di riduzione delle emissioni di anidride carbonica e, insieme con i ministri Corrado Passera e Mario Catania (Politiche Agricole), la riforma degli incentivi alle energie rinnovabili (Quinto Conto Energia).

LE REAZIONI – Le reazioni sono per lo più caute. In molti ricordano che Clini è sempre stato un tecnico preparato e competente, invitando a rimandare i giudizi a quando si saprà qualcosa di più sulla vicenda. Anche perché quest’ultima si inserisce in un contesto difficile, come quello dell’Iraq. Una delle voci fuori dal coro è, intanto, quella dei deputati del Movimento 5 Stelle in Commissione Ambiente:

“La parabola di Corrado Clini è indicativa di quel sistema di potere tutto italiano che lega politica, malaffare e lobbies”, commentano i pentastellati. “L’hanno definita “distrazione di fondi, che espressione edulcorata. Per noi è furto, di soldi pubblici, di tutta la collettività, per un progetto da ben 54 milioni per risanare l’ecosistema idrico in Iraq. È curioso questo impegno dell’allora ministro dell’Ambiente per l’Iraq proprio mentre, in l’Italia, firmava ad esempio l’Aia salva Ilva. Dopo i clamorosi arresti dei giorni scorsi, non ci stupiamo della notizia odierna. La nostra battaglia in difesa del bisogno di legalità non si fermerà”.

Roberta Ragni

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