Nuclease65: le pillole contro il nucleare di Greenpeace

Una farmacia ambulante al centro di Roma, solo che a venir distribuite gratuitamente ai passanti non sono medicine convenzionali, ma il Nuclease65, un finto farmaco contenente materiale informativo contro il ritorno del nucleare in Italia, distribuito sotto forma di scatolette di pillole allo iodio, per simulare quello che periodicamente fa l'Agenzia di Sicurezza Nucleare francese con un protocollo di sicurezza che probabilmente dovrà adottare in futuro la nuova Agenzia di Sicurezza Nucleare italiana di cui è imminente l'emanazione del decreto attuativo.

Una farmacia ambulante al centro di Roma, solo che a venir distribuite gratuitamente ai passanti non sono medicine convenzionali, ma il Nuclease65, un finto farmaco contenente materiale informativo contro il ritorno del nucleare in Italia, distribuito sotto forma di scatolette di pillole allo iodio, per simulare quello che periodicamente fa l’Agenzia di Sicurezza Nucleare francese con un protocollo di sicurezza che probabilmente dovrà adottare in futuro la nuova Agenzia di Sicurezza Nucleare italiana di cui è imminente l’emanazione del decreto attuativo.

Le “controindicazioni” al nucleare sono state riportate, proprio come nelle scatole dei medicinali, in un “simil-bugiardino” all’interno della scatola, scaricabile qui.

Una protesta, quella messa in atto da Greenpeace venerdì scorso, che proseguirà con la consegna di vere pillole allo iodio da 65 mg alle Giunte regionali di Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Sicilia, cioè le quattro regioni che potrebbero ospitare una centrale nucleare e che non si sono ancora opposte la Legge 99/2009 con cui il Governo vuole riportare il nucleare in Italia dopo la messa al bando con il referendum popolare del 1987.

Stiamo distribuendo alle giunte di quattro Regioni ioduro di potassio, un farmaco da banco che l’Autorità di Sicurezza Nucleare francese distribuisce ai cittadini e che, in caso di incidenti con fuoriuscita di sostanze radioattive, deve essere assunto da tutte le persone che vivono in un raggio di 10 chilometri dai reattori” spiega Giuseppe Onufrio, Direttore Esecutivo di Greenpeace, sull’ultima azione dimostrativa dell’organizzazione ecologista che è partita dalla Capitale.

Brindisi, Caorso, Chioggia, Garigliano, Genova, Latina, Oristano, Monfalcone, Montalto di Castro, Scanzano Jonico, Termini Imerese, Termoli, Trino Vercellese, sono le città che potrebbero presto ospitare un reattore e dove Greenpeace, dopo l’azione di Roma, distribuirà il Nuclease65: “In Italia l’Enel vorrebbe realizzare quattro reattori francesi EPR, nonostante le Agenzie per la Sicurezza Nucleare di Francia, Finlandia e Regno Unito abbiano bocciato il progetto del sistema di emergenza: l’EPR è un prototipo di cui non è completo nemmeno il progetto, ma il Governo, con una fede ingiustificata, ha annunciato che si va avanti“, aggiunge Onofrio.

Greenpeace è convinta che l’attuale strategia energetica di rilancio del nucleare e del carbone serva solo a impedire lo sviluppo di efficienza energetica e fonti rinnovabili, con i quali è possibile combattere i cambiamenti climatici” afferma Francesco Tedesco, responsabile Campagna Energia e Clima di Greenpeace. “Chiediamo al governo di abbandonare questa strada pericolosa, e puntare verso la rivoluzione energetica dell’efficienza e delle rinnovabili su cui tutti a parole sono d’accordo“.

Che dite, varrà anche per il Nuclease65, la famosa filastrocca”basta un poco di zucchero e la pillola va giù”?

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