Fukushima: un muro di ghiaccio bastera’ a fermare l’acqua radioattiva?

Un muro di ghiaccio sotterraneo per fermare le perdite di acqua radioattiva dalla centrale nucleare di Fukushima. È questa l'idea, forse rubata dal governo nipponico alla famosa serie televisiva Game of Thrones. Ma questa volta, piuttosto che proteggere i Sette Regni da bruti ed Estranei, la barriera avrebbe lo scopo di evitare la dispersione verso l'esterno dei veleni che ancora fuoriescono dalla centrale danneggiata dal terremoto del 2011

Un muro di ghiaccio sotterraneo per fermare le perdite di acqua radioattiva dalla centrale nucleare di Fukushima che sta per raggiungre anche la California. È questa l’idea, forse rubata dal governo nipponico alla famosa serie televisiva Game of Thrones. Ma questa volta, piuttosto che proteggere i Sette Regni da bruti ed Estranei, la barriera avrebbe lo scopo di evitare la dispersione verso l’esterno dei veleni che ancora fuoriescono dalla centrale danneggiata dal terremoto del 2011.

La decisione, da molti, è considerata come un tentativo di dimostrare che l’incidente nucleare non creerà problemi di sicurezza a pochi giorni dalla scelta della città che ospiterà le Olimpiadi 2020 da parte del Comitato Olimpico Internazionale. E tra le candidate, oltre a Istanbul e Madrid c’è anched Tokyo.

Non è un segreto, l’impianto di Fukushima Daiichi sta perdendo centinaia di tonnellate di acqua sotterranea contaminata. Tali liquidi, è stato accertato, si stanno riversando in mare. Nel corso degli ultimi mesi infatti la Tepco ha dovuto far fronte a diverse perdite dai serbatoi di stoccaggio dell’acqua radioattiva.

Per questo, il governo giapponese ha intenzione di prendere in mano la situazione. E una delle opzioni attualmente al vaglio è un imponente muro di ghiaccio, il cui costo si aggira attorno ai 150 milioni di dollari (32 miliardi di yen).

“Invece di lasciare tutto in mano a Tepco, il governo farà un passo avanti e lo prenderà in caricoha detto il primo ministro Shinzo Abe. “Il mondo sta valutando se siamo in grado di gestire correttamente l’ acqua contaminata, ma anche la disattivazione della centrale”.

Il governo prevede di spendere circa 470 milioni di dollari fino a marzo 2015: 320 milioni sulla parete di ghiaccio e 150 su una unità di trattamento dell’acqua per rimuovere tutti gli elementi radioattivi, ad eccezione del trizio solubile in acqua.

Ma la soluzione del muro di ghiaccio è sicura? La parete ghiacciata, creata congelando il terreno, arriverebbe fino ad una profondità di 30 metri attraverso un sistema di tubi che trasportano un liquido di raffreddamento a -40 gradi Celsius. Ciò, almeno in teoria, bloccherebbe l’acqua contaminata fuoriuscita dalle immediate vicinanze della centrale. Il progetto, proposto a maggio, è in fase di test e l’avvio è previsto per marzo 2015.

fukushima muro ghiaccio

Non è la prima volta che si utilizza una simile soluzione. Metodi simili sono stati già impiegati per bloccare l’acqua in gallerie e sottopassaggi, ma la costruzione di un muro lungo 1,4 km che circonda i quattro edifici dei reattori e le loro relative strutture è senza precedenti.

Un muro di ghiaccio sotterraneo è stato utilizzato per isolare i rifiuti radioattivi dal Dipartimento di dell’Energia Usa per l’Oak Ridge National Laboratory nel Tennessee, che ha prodotto plutonio negli Stati Uniti per per sei anni. Ma sono molti gli scettici riguardo a tale tecnologia, visti anche gli elevati costi di gestione.

Secondo Atsunao Marui, esperto di acque sotterranee del National Institute of Advanced Industrial Science and Technology, un muro ghiacciato potrebbe essere a tenuta d’acqua, ma è normalmente destinato ad essere utilizzato per un numero limitato di anni e non è sicuro per un uso a lungo termine. Dopo 40 anni andrebbe comunque smantellato. E poi? Che ne sarà dell’acqua radioattiva?

Senza contare che il muro non sarebbe pronto prima del 2015. Il che significa che l’acqua contaminata intanto continuerebbe a fuoriuscire. Tepco, al momento, sta costruendo un muro di pannelli in acciaio in mare aperto per evitare che le acque contaminate possano diffondersi ulteriormente. Ma alcune analisi hanno già mostrato che in mare e aperto e nell’oceano vi sono delle zone con alti livelli di cesio.

Francesca Mancuso

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