Petrolio: via libera alle trivelle nella Terra di Mezzo degli Hobbit

Il primo ministro neozelandese vuole aumentare del 50% le estrazioni domestiche di petrolio e gas. Che fine faranno i paesaggi de Lo Hobbit?

Trivellereste la Nuova Zelanda, terra in cui sono stati girati i film della trilogia de Il Signore degli anelli e Lo Hobbit, in cerca di petrolio e gas? Mettereste a rischio la natura e il paesaggio di quel posto per un pugno di barili? Il primo ministro John Key sta per farlo…

Io credo che l’energia e le risorse minerarie possano cambiare il volto della Nuova Zelanda. I prossimi cinque anni saranno fondamentali per incoraggiare ulteriori esplorazioni. Questo è importante perché se aumentiamo le esplorazioni di petrolio e gas del 50% potremmo ottenere royalties fino a 13 miliardi di dollari, che è una cifra enorme

Con queste parole, e con un video su YouTube, il premiere neozelandese Key ha annunciato la nuova era del petrolio in quella che, negli ultimi tempi, è diventata famosa come la “terra degli Hobbit“. E lo è diventata non a caso, ma per scelta politica anche dello stesso primo ministro, che è contemporaneamente ministro per il Turismo.

Da oltre un anno, infatti, il sito del Ministero del Turismo neozelandese propaganda i paesaggi di questa terra legandoli strettamente alla trilogia dei film sulla Terra di Mezzo. Il Ministero, nell’agosto 2012, ha persino avviato la campagna “100% Middle-Heart, 100% Pure New Zeland” con risultati molto buoni: l’82% dei consumatori che hanno visto la pubblicità hanno aumentato il loro interesse verso la Nuova Zelanda, il turismo nazionale è cresciuto del 10% da gennaio ad aprile 2013, gli arrivi dagli Stati Uniti del 23% e il 13,2% dei turisti internazionali ammette di aver visitato il paese per vedere i paesaggi del film che sono diventati una vera e prorpria attrazione con tanto di bar e pub ricavati dalle mitiche abitazioni del set.

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Numeri per i quali qualunque dirigente di un Ufficio Turismo venderebbe l’anima al diavolo ma che, a quanto pare, non sono bastati al primo ministro Key che, con questo video pubblicato su YouTube, spiega per quale motivo si deve dare il via libere alle trivelle:

Noterete la retorica leggermente “anziana” all’inizio del video, quando si ripercorre la storia dell’industria del petrolio. Tuttavia Key non perde occasione di pronunciare parole ancora più scontate: le estrazioni di petrolio e gas non fanno male all’ambiente, non disturbano il paesaggio e non impattano sul turismo.

Le associazioni ambientaliste sono, ovviamente, in rivolta. Con Greenpeace in testa che, però, ammette che quel video è talmente tanto assurdo che non lo si può neanche prendere in giro: “A suo modo, è abbastanza incredibile. Abbiamo pensato a come denigrarlo, discusso su come l’avremmo potuto prendere in giro o criticare o rispondergli, ma poi abbiamo stabilito che era praticamente impossibile da parodiare“.

Parodie a parte, però, il problema resta: in Nuova Zelanda il Governo ha intenzione di aumentare del 50% le estrazioni di idrocarburi. E, da quelle parti, trivellare vuol dire anche fare fracking. Un problema non da poco se persino la Commissione Ambiente del parlamento neozelandese ha commissionato un report dal quale emergono chiaramente i pericoli della fratturazione idraulica, soprattutto per le falde acquifere.

Peppe Croce

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