Questo è tutto l’orrore di un allevamento di Grana Padano: vitelli morti per soffocamento, immersi negli escrementi e in gabbie minuscole

Viaggio nell'orrore in un allevamento di Grana Padano di Brescia, dove i vitelli vivono in piccole gabbie e spesso muoiono soffocati

Vitelli morti per soffocamento, piccoli trascinati via per metri e separati dalle loro madri, gabbie minuscole e stalle piene di escrementi: sembrano scene di un film dell’orrore, ma purtroppo sono tratte dalla realtà. A documentare ciò che accade in un allevamento di mucche produttore del popolarissimo Grana Padano è l’organizzazione Essere Animali, che nelle scorse settimane ha condotto un’indagine in provincia di Brescia.

E non è la prima volta che vengono pubblicate immagini così angoscianti. Soltanto lo scorso luglio gli attivisti avevano diffuso una precedente inchiesta, condotta in un altro allevamento di Grana Padano di Bergamo. 

In seguito a questo primo video, il Consorzio Tutela del Grana Padano ha dichiarato che l’allevamento da noi investigato è una “mela marcia”, che non rappresenta cioè l’intero settore – spiega l’organizzazione a difesa degli animali – Ma questa seconda investigazione mostra che non è possibile liquidare con queste parole le enormi problematiche relative al benessere animale che vi sono negli allevamenti intensivi, anche in quelli del Grana Padano, il formaggio DOP più consumato al mondo.

https://www.youtube.com/watch?v=iI4sYrQyXhU&t=240s

Vitelli malati e morti soffocati

Le terribili immagini girate all’interno dell’allevamento in provincia di Brescia mostrano diversi animali morti. E, come spiega Essere Animali, si presume che l’alto tasso di mortalità dei vitelli sia causato dalle gravi carenze igienico-sanitarie e dalla fatiscenza della struttura, che versa in condizioni di manutenzione non adeguate, con la presenza di recinti rotti o con parti arrugginite che possono ferire gli animali.

Ciò che accade nell’allevamento è un pugno allo stomaco. Alcuni vitelli sono morti soffocati, incastrati con la testa nella mangiatoia del box, episodi per cui è possibile prefigurare il reato di uccisione di animali, in quanto nessun operatore è intervenuto per liberarli. Tanti altri si ammalano e soffrono di diarrea, ma le gabbie sono stipati non vengono pulite. Così gli animali si imbrattano, attirando insetti.  

Il filmato girato dall’investigatore di Essere Animali mostra anche il parto di un vitello avvenuto in una stalla il cui pavimento presenta uno spesso strato di escrementi e pozze di urine e acqua piovana. Il corpo del vitello deceduto è rimasto per un giorno intero a contatto con la madre. 

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Stalle piene di feci e pozze d’acque 

Come se non bastasse, le immagini documentano un grave stato di incuria all’interno dell’allevamento, soprattutto per quanto riguarda le stalle ricolme di escrementi. Gli animali allevati sono completamente sporchi, così come i capezzoli delle mucche che vengono avviate alla mungitura. Tutto ciò è estremamente grave non soltanto per il mancato rispetto del benessere animale, ma anche per l’elevato rischio di contaminazione batterica. Infatti mancato rispetto delle prescrizioni sanitarie costituisce un potenziale pericolo per la salute dei consumatori.

Inoltre, a causa di difetti strutturali o mancanza di manutenzione, in occasione di piogge anche non particolarmente intense, si formano all’interno delle stalle estese pozze d’acqua che non vengono asciugate, costringendo gli animali a vivere con le zampe nell’acqua per giorni.

allevamento grana padano

@Essere Animali

Vitellini strappati con violenza alle loro madri 

Ma l’orrore non finisce qui. L’indagine mostra anche il parto di una mucca e la nascita del vitello, che avviene mediante l’utilizzo di una corda tirapiedi, legata alle zampe anteriori dell’animale per facilitarne la fuoriuscita. Il vitellino appena nato viene poi trascinato per alcuni metri all’interno del recinto e allontanato subito dalla propria madre.

vitellino allevamto grana padano

@Essere Animali

Negli allevamenti intensivi i vitelli appena nati sono separati dalla madre al momento della nascita e rinchiusi in recinti individuali –chiarisce Essere Animali – La separazione viene effettuata per diversi fattori. Allontanando i vitelli si agevolano le operazioni di mungitura quotidiana di migliaia di mucche, il cui latte viene così interamente destinato al mercato, o come in questo caso alla produzione di Grana Padano. Tuttavia, la pratica è controversa: ci sono prove di danni comportamentali e di sviluppo.

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Animali stipati in piccole gabbie

Per i vitellini strappati alle loro madri l’incubo è appena iniziato. I piccoli appena nati vengono rinchiusi in gabbie individuali, questa operazione è consentita dalla normativa che stabilisce le prescrizioni minime per la protezione dei vitelli. La legge prevede dimensioni esigue, con i box larghi quanto l’altezza al garrese del vitello, lunghi quanto la lunghezza dell’animale e con pareti divisorie traforate, in modo da permettere il contatto visivo e tattile tra gli animali.

Ma nell’allevamento indagato, alcuni recinti non consentono il contatto fra vitelli, condizione vietata dalla normativa e gli animali vengono rinchiusi in coppia, con conseguente riduzione dello spazio a loro disposizione.

indagine allevamento grana padano

@Essere Animali

Basta violenze! È il momento di revisionare la legislazione a tutela degli animali negli allevamenti

Purtroppo quanto è stato documentato nella struttura di Brescia non rappresenta un caso isolato. Negli allevamenti intensivi le irregolarità sono frequenti e, come se non bastasse, la legge consente procedure che causano gravi sofferenze agli animali. È incredibile che l’attuale legislazione permetta ancora l’isolamento e il confinamento dei vitelli appena nati, sono pratiche crudeli ed evitabili. Per questo, l’organizzazione Essere Animali, insieme a 79 ONG in tutto il mondo, sta chiedendo a gran voce alla Commissione Europea una completa revisione della legislazione sulla protezione degli animali da allevamento.

Tra le richieste alla Commissione, ci sono anche condizioni di allevamento che possano consentire a tutte le specie allevate di esprimere comportamenti naturali, affinché nessun animale sia lasciato indietro. Nello specifico, per i vitelli negli allevamenti si chiede di porre fine alle pratiche di isolamento e confinamento di animali appena nati:

• consentendo il contatto tra il vitello e la madre per almeno le prime otto settimane di età, durante le quali gli animali devono essere tenuti in un sistema di contatto di almeno mezza giornata, con allattamento consentito.

• fornire condizioni abitative che soddisfino le esigenze comportamentali dei vitelli, i quali dovrebbero essere allevati in gruppi e avere accesso ad aree all’aperto

CLICCA QUI per per firmare la petizione

A seguito della pubblicazione del nostro articolo, il Consorzio Grana Padano ci ha contattati per fare chiarezza sulla vicenda (QUI TROVATE LA REPLICA)

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