Vespe samurai contro le cimici asiatiche per salvare i frutteti italiani

La vespa samurai potrebbe salvare l'ivasione della cimice asiatica che da anni distrugge i frutteti del nostro territorio

La Commione agricoltura ha approvato l’immissione della vespa samurai per salvare i frutteti italiani dall’invasione della cimice marmorata asiatica.

La vespa samurai non rappresenta un pericolo per l’uomo, ma è stato richiesto un monitoraggio continuo a seguito dell’inserimento di questo insetto non autoctono sul nostro territorio per scongiurare effetti negativi sugli habitat naturali.

Approvata l’immissione della vespa samurai contro la cimice asiatica

Lo scorso 12 giugno il Senato ha approvato la risoluzione della Commissione Agricoltura riguardo l’invasione della cimice marmorata asiatica (Halyomorpha halys) che che sta flaggellando i frutteti del nostro Paese.

La cimice asiatica sta infatti colpendo molte regioni italiane, soprattutto a Nord, arrivando a distruggere fino al 40% dei raccolti.
La cimice asiatica, non avendo predatori naturali nel nostro territorio, colpisce indisturbata le coltivazioni di frutta, in particolare quelle di ciliegi, peschi, albicocchi, kiwi, meli e peri.

Secondo la Commissione Agricoltura l’unico modo per debellare l’invasione della cimice è la lotta integrata immettendo nel nostro Paese una specie in grado di contrastarla. Si è pensato così di inserire sul territorio la vespa samurai, che proviene dalla stessa area della cimice.

La Commissione Agricoltura ha chiesto al Governo di dare priorità all’adozione del decreto ministeriale che prevede un’azione di contrasto dell’invasione delle cimici attraverso l’immissione della vespa samurai (Trissolcus japonicus), antagonista della cimice.

La vespa samurai non rappresenterebbe un pericolo per l’uomo poiché priva di pungiglione, ma il suo inserimento potrebbe avere ripercussioni sugli habitat naturali.

La Commissione ha dunque chiesto al Governo di impegnarsi anche nel monitoraggio annuale dell’inserimento della vespa samurai sul territorio italiano, per scongiurare effetti negativi alla flora e alla fauna che potrebbero verificarsi in seguito all’immissione in natura di una specie non autoctona.

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Tatiana Maselli

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