Fragole milanesi a Km zero, sequestrata per caporalato start up pluripremiata agli Oscar Green

Sfruttava illecitamente manodopera agricola a danno di circa 100 lavoratori extracomunitari. Sequestrata start-up.

Campi a soli 15 chilometri dal Duomo di Milano e una coloratissima Ape Car in giro per la città. Peccato che quei prodotti in vendita a km0 fossero stati raccolti con modalità tutt’altro che etiche. La StraBerry di Cassina de’ Pecchi, azienda con tanto di riconoscimento di “produttore di qualità ambientale”, in realtà sfruttava illecitamente manodopera agricola a danno di circa 100 lavoratori extracomunitari. Sequestrata dai finanzieri del comando provinciale di Milano e della Compagnia di Gorgonzola.

Messa su dal giovane Guglielmo Stagno d’Alcontres, vincitore dell’Oscar Green di Coldiretti nel 2013 e nel 2014, la start up – che si pregiava di vendere fragole a km0, insalate e prodotti dell’orto tra le strade milanesi su una caratteristica Ape Car – sfruttava giovani stranieri minacciati e pagati 4,5 euro all’ora.

Per questo motivo, i militari al comando del capitano Giacomo Cucurachi hanno eseguito un decreto di sequestro della cascina Pirola chiesto dal pm Gianfranco Gallo e accolto dall’ufficio del Gip.

Sotto sequestro sono finiti 53 immobili, tra terreni e fabbricati, 25 veicoli strumentali e tre conti correnti. Ciò che i finanzieri ritengono di avere portato alla luce è un sistematico meccanismo di sfruttamento illecito del lavoro agricolo a danno di circa 100 lavoratori in prevalenza africani.

Gli accertamenti hanno permesso di rilevare anomalie nelle assunzioni e nelle retribuzioni dei dipendenti dell’azienda oltre a “gravi e perduranti violazioni delle norme che regolano l’impiego dei braccianti agricoli”.

gdf straberry

©GDF Milano

In particolare, i lavoratori non solo erano obbligati a prestare estenuanti turni di oltre 9 ore giornaliere, ma ricevevano una paga oraria di 4,50 euro, nettamente inferiore a quella minima prevista dal contratto collettivo nazionale. Inoltre, alla ingiusta retribuzione si aggiungevano degradanti condizioni d’impiego nei campi: i braccianti, infatti, soggetti alla continua vigilanza dei responsabili, erano costretti a sforzi fisici oltremodo gravosi, tesi a velocizzare la raccolta dei frutti e in spregio alle norme anti Covid-19 sul distanziamento sociale”.

L’azienda di Cassina de’ Pecchi so trova all’interno del Parco Agricolo Sud di Milano e si estende su un’area produttiva di 200mila metri quadri, di cui 25mila di serre riscaldate con pannelli fotovoltaici per la produzione di fragole e fragoline di bosco. Un vero colpo considerare che una realtà così bella e green si fosse piegata alle sporche leggi del malaffare.

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