Il prosecco senza pesticidi, realizzato grazie alle viti “resistenti” a peronospora e oidio

Il prosecco è un vino amatissimo nel nostro paese ma, purtroppo, spesso contaminato da pesticidi che si utilizzano per far sì che le viti non vengano attaccate da pericolosi funghi. Da qualche anno, però, è attivo un progetto che vuole sostenere una vitivinicoltura libera da pesticidi grazie alla realizzazione di piantine per la produzione di prosecco resistenti a peronospora e oidio.

Parliamo del progetto Gleres, realizzato da Confagricoltura Treviso e il Crea-Ve (il Centro di Ricerca per la Viticoltura ed Enologia, struttura del Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria).

L’obiettivo è quello di ottenere piantine di Glera per la produzione di prosecco che siano resistenti ai più dannosi funghi che generalmente le attaccano. In questo modo si riuscirebbe ad evitare l’utilizzo di qualsiasi tipo di fitofarmaco con evidenti vantaggi per l’ambiente ma anche per la salute dei consumatori.

Si sta lavorando dunque su incroci con i parentali resistenti alle malattie con l’intento di produrre piantine di Glera forti e capaci di fronteggiare senza aiuti esterni i pericolosi funghi che attaccano le viti.

La ricerca, finanziata anche da 17 tra le maggiori cantine delle terre del prosecco, inizia ad ottenere dei buoni risultati. Si parla di un numero molto elevato di incroci andati a buon fine e del miglioramento del protocollo utile ad effettuare controlli molecolari più efficienti.

I primi grappoli d’uva, frutto di queste innovative viti, sono stati raccolti a settembre 2020 e serviranno a realizzare analisi sensoriali per valutare il potenziale enologico delle piante. Perché, oltre che resistenti ai funghi, le nuove viti dovranno anche produrre uva adatta a realizzare prosecco di qualità.

“Entro il 2022 inizieremo a moltiplicare le piantine più promettenti e nel giro di un paio di anni i produttori coinvolti nel progetto potranno diventare protagonisti in prima persona, partecipando insieme a noi ricercatori al processo selettivo e testando le migliori specie nei propri appezzamenti. La sinergia che si è venuta a creare con le cantine finanziatrici è totale, e sarà una grande soddisfazione vedere i risultati di 6 anni di studi tradursi in prodotti tangibili” ha dichiarato Riccardo Velasco, direttore del Crea-Ve.

C’è ancora un po’ da aspettare insomma, ma non vediamo l’ora di assaggiare questo nuovo prosecco senza pesticidi.

Fonti: Agrifood Today / Quotidiano del Piave

Leggi anche:

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook