Polli ammassati in container e uccisi col gas: filmato lo sterminio in un allevamento italiano colpito dall’aviaria 

I droni dell'associazione Essere Animali mostrano l'abbattimento di migliaia di polli, in un allevamento di Vicenza colpito dall'aviaria

Migliaia di polli raccolti con ruspe e poi ammassati all’interno di container per essere sterminati con il gas. Sono scene raccapriccianti quelle che arrivano dal un allevamento della provincia di Vicenza, in cui è stato registrato un focolaio di influenza aviaria ad alta patogenicità (sottotipo H5N1).

L’orrore è stato filmato dai droni dell’associazione Essere Animali, che ha poi raccontato in un’inchiesta ciò che accade nello stabilimento in cui vengono allevati 300 mila animali. Qui per i polli la morte è tutt’altro che veloce e indolore, visto che gli esemplari che si trovano in basso nei container vengono schiacciati dal peso di quelli sopra. Come spiegano gli attivisti, tutto ciò si protrae per circa mezz’ora, fino a quando i polli non muoiono per via del gas.

Diffondiamo queste immagini perché riteniamo sia necessaria una riflessione sul nostro sistema alimentare, basato sull’eccessivo consumo e produzione di carne, reso possibile solo allevando gli animali in modo intensivo. – spiega Simone Montuschi, presidente di Essere Animali. – Questi luoghi sono amplificatori di virus e fin quando gli animali verranno allevati a migliaia in spazi ristretti, le epidemie di influenza aviaria continueranno a ripresentarsi con frequenza e con effetti devastanti. Stiamo ignorando le crudeltà inflitte a questi animali e sottovalutando il potenziale rischio per la salute pubblica. Diversi esperti hanno parlato della possibilità che il virus muti e sviluppi la capacità di trasmettersi tra la popolazione umana.

*** ATTENZIONE! IMMAGINI FORTI ***

La strage di polli e altri animali a causa dell’aviaria in Italia

A partire dallo scorso ottobre nel nostro Paese  si sono registrati oltre 300 focolai di influenza aviaria ad alta patogenicità (sottotipo H5 e H5N1) nel pollame domestico, ma anche diversi casi tra animali selvatici. La regione maggiormente colpita dall’epidemia è il Veneto, dove sono presenti il maggior numero di allevamenti avicoli, seguita dalla Lombardia.

Questa situazione ha portato all’abbattimento di milioni di milioni di animali. Finora si stima che negli allevamenti siano stati uccisi addirittura oltre 15 milioni di polli, galline, tacchini e quaglie. Una cifra spaventosa.

È arrivato il momento di superare il sistema dell’allevamento intensivo

Purtroppo non è la prima volta che gli animali d’allevamento (compresi quelli sani) vengano abbattuti a causa di un’epidemia. È successo con l’influenza aviaria, con quella suina, e recentemente anche a seguito del diffondersi della peste suina africana.

Le epidemie passate, che hanno colpito gli allevamenti d’Italia ma anche di altri Paesi, confermano che queste strutture, dove gli animali vengono ammassati, fungono da incubatori di virus.

Oltre all’affollamento — la capienza media di un allevamento intensivo avicolo in Italia è di oltre 21 mila animali per complesso — il fattore genetico gioca un ruolo significativo: negli allevamenti gli animali sono geneticamente identici e quindi un virus può agire indisturbato senza incontrare varianti genetiche che ne impediscano la diffusione” sottolinea l’associazione Essere Animali.

L’unico modo per evitare che le epidemie si diffondano così rapidamente (mettendo a rischio anche la nostra salute) è rivedere il sistema alimentare basato sul consumo di carne proveniente dagli allevamenti intensivi.

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Fonte: Essere Animali 

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