Miglio perlato, la riscoperta del cereale in grado di resistere alla crisi climatica e alla desertificazione

Il miglio perlato potrebbe garantire cibo e sicurezza alimentare a milioni di persone in seguito a un ulteriore riscaldamento del Pianeta

Il miglio perlato potrebbe garantire cibo e sicurezza alimentare a milioni di persone in seguito a un ulteriore riscaldamento del Pianeta

Il miglio perlato (Pennisetum glaucum) è un cereale molto nutriente, ricco di fibre e soprattutto di proteine e di sali minerali tra cui ferro, zinco e folato, fondamentali per la salute del nostro organismo. Conosciuto anche con il termine bajra, il nome tradizionale hindi per il raccolto di Pennisetum glaucum, il miglio perlato viene coltivato principalmente in Africa e in India, dove è una delle principali fonti di nutrimento, ma grazie alla sua enorme adattabilità anche in molti altri luoghi in tutto il mondo.

Oltre a essere buono e ricco di proprietà, il miglio perlato, infatti, è un cereale capace di adattarsi meglio di altri alle temperature estreme e alla carenza di acqua.

Questo aspetto è importante perché il miglio, sebbene da noi sia poco consumato, rappresenta una delle principali fonti di sostentamento per oltre 90 milioni di persone appartenenti alle fasce più vulnerabili in India e nell’Africa sub-Sahariana.

In queste regioni, il suo consumo consente di prevenire le più importanti carenze nutrizionali riscontrate nelle fasce deboli della popolazione.

La coltivazione del miglio perlato copre quasi 30 milioni di ettari nelle regioni aride e semi aride del mondo, resistendo a temperature fino a 42°C, alla siccità e all’attacco della peronospora, un fungo patogeno.

Miglio perlato

©Click with AJ/Shutterstock

Considerando che diversi cereali come il riso e il mais non sono in grado di sopportare i 35°C, la resistenza del miglio appare insolita e straordinaria e merita di essere studiata in vista dell’aumento delle temperature cui stiamo andando incontro.

Le strategie messe in atto dal miglio perlato per affrontare condizioni ambientali sfavorevoli sono dunque state indagate in una recente ricerca portata avanti da diversi Istituti internazionali, tra cui anche l’Istituto di Biologia e Biotecnologia Agraria (IBBA) del CNR.

I ricercatori hanno sequenziato e analizzato il genoma del miglio perlato, scoprendo i geni responsabili della resistenza di questo cereale.
Dai risultati è emerso che rispetto ad altri cereali, il miglio perlato possiede geni per la traduzione di proteine che agiscono come cere, isolando e proteggendo le piante di resistere al calore e alla siccità, impedendo la traspirazione dell’acqua.
Una caratteristica molto importante, se si tiene conto dell’innalzamento delle temperature previsto come conseguenza alla crisi climatica.

Miglio perlato baja

©GreenTree/Shutterstock

La scoperta potrebbe avere importanti ripercussioni in futuro perché la coltivazione di piante più resistenti al calore e alla mancanza di acqua potrebbero essere in grado di garantire alla popolazione mondiale l’approvvigionamento di cibo e la sicurezza alimentare anche in seguito a un aumento delle temperature che renderebbero difficile, se non impossibile, coltivare i cereali su cui oggi si fonda la nostra alimentazione.

Fonte di riferimento: Nature / CNR

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