Come imparare a ‘leggere’ le erbacce per capire la salute del terreno

Le erbacce non sono necessariamente il male assoluto: alcune sono addirittura commestibili, e a volte possono aiutarci a capire come sta il nostro terreno.

Le erbacce non sono necessariamente il male assoluto: alcune sono addirittura commestibili, e a volte possono aiutarci a capire come sta il nostro terreno. Basta capire ‘come leggerle’, senza eliminarle immediatamente. Per quanto siano fastidiose e a volte infestanti, possono essere spie della salute del terreno, dove crescono le piante desiderate, e quindi aiutarci a difendere quello che stiamo coltivando.

Un’erbaccia, così chiamata comunemente, è una coltura che compete con quelle da noi seminate, “rubando” luce, nutrimento e acqua. Chiaramente un problema detto così, può essere sfruttato pensando che anche l’erbaccia usa le stesse risorse, e quindi può darci utili indicazioni.

Clint Waltz, scienziato esperto di manti erbosi presso l’Università della Georgia, intervistato da Mother Nature Network, ci spiega come.

Prima di tutto, è necessario imparare a riconoscere la vegetazione indesiderata, e non sempre è così semplice. Nelle immagini che seguono, diverse erbacce che secondo lo scienziato sono le più comuni nella coltivazioni domestiche, come giardini e piccoli orti. La loro presenza indica una particolare situazione del terreno.

I casi semplici

Euforbia prostrata

euforbia prostrata

Foto credits: MaryAnne Campbell

Questa pianta, a bassa crescita, cresce facilmente in terreni molto “compatti”, e con poco spazio, come ad esempio nelle fessure dei marciapiedi e nei parcheggi. Se compare nel nostro terreno, potrebbe indicare la necessità di areazione. Ma può anche indicare la presenza di nematodi, una specie di vermi detti cilindrici pericolosi parassiti del terreno, molto dannosi per le colture orticole e non solo.

Gramigna indiana e Fienarola annuale

poa annua

Foto: Stephen VanHorn

Anche loro crescono su terreni poco profondi perché le radici non hanno bisogno di molto spazio. La loro presenza indica, anche in questo caso, necessità di areare il terreno. In queste condizioni le coltivazioni “buone” saranno favorite.

Ossalide strisciante

oxalis stricta

Foto: Ian Redding

Bruttissimo indizio. Questa specie non ha bisogno di molto e quindi cresce bene in terreni poco fertili. Ce ne sono di molti tipi, con colori diversi, dal giallo, al verde-rossastro porpora. In questo caso è utile nutrire il terreno, possibilmente seguendo i consigli di un esperto.

Andropogon virginicus

andropogon virginicus1

Foto: Nicole Keathley

Brutto indizio, ma relativamente semplice da risolvere. Questa pianta cresce infatti su terreni a pH piuttosto acidi. Una semplice e rapidissima analisi su un campione di terreno rivelerà questa anomalia, e sarà abbastanza semplice risolverlo, con nutrienti ad hoc.

Ma non sempre è così facile…

Alcune erbacce, tuttavia, sono talmente resistenti (e infestanti) che crescono praticamente ovunque e quindi è molto difficile capire se c’è una caratteristica del terreno in particolare. Un esempio è il Taraxacum comune (detto anche dente di leone), tipico del clima temperato. Per crescere non ha bisogno di terreni e di esposizioni particolari, pur prediligendo maggiormente un suolo sciolto e gli spazi aperti, soleggiati o a mezzombra. In Italia cresce praticamente ovunque, dai prati ai bordi delle strade.

Stesso discorso per l’aglio selvatico e la camomilla mezzana, altre due erbacce comuni che non indicano un particolare tipo o condizione di terreno, crescendo senza particolari necessità e quindi spesso con carattere infestante.

Terreni poveri

In generale, comunque, anche quando non c’è un’indicazione precisa, le erbacce crescono in terreni non molto nutriti, proprio perché loro non hanno bisogno di molto. Crescono spontaneamente e si nutrono di quello che arriva.

Smuovere il terreno frequentemente, arearlo e nutrirlo favorirà sicuramente coltivazioni “esigenti” a sfavore delle erbacce. E occhio ai prodotti chimici aggressivi: potrebbero avvelenare il terreno creando assurdi (e, ahinoi, comuni) paradossi.

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