Glifosato, dietrofront di Macron sulla messa al bando definitiva in Francia

Dopo aver annunciato la graduale messa al bando del glifosato in Francia, il presidente Emmanuel Macron fa un passo indietro, ammettendo che il divieto totale del pesticida previsto per il 2021 sarà impossibile in quanto andrebbe a danneggiare seriamente l'industria agricola.

Dopo aver annunciato la graduale messa al bando del glifosato in Francia, il presidente Emmanuel Macron fa un passo indietro, ammettendo che il divieto totale del pesticida previsto per il 2021 sarà impossibile in quanto andrebbe a danneggiare seriamente l’industria agricola.

Sarebbe dovuta essere una messa al bando graduale, fino alla totale eliminazione entro il 2021. Ed effettivamente la Francia aveva cominciato con il piede giusto, rendendo operativo dal 1 gennaio di quest’anno il divieto dell’uso dell’erbicida Roundup della Monsanto e di altri pesticidi contenenti glifosato per orti e giardini privati, imponendo lo stop alle vendite nei negozi di giardinaggio.

A novembre del 2017 il presidente francese aveva respinto la decisione della Commissione europea di riaffermare l’uso del glifosato per altri 5 anni, impegnandosi a vietare gradualmente i prodotti a base di questa sostanza entro tre anni. A partire, appunto, dal gennaio 2021. Ma arriva ora la marcia indietro del capo dell’Eliseo che venerdì scorso, durante un dibattito pubblico nel sud-est della Francia, ha ammesso che “se fosse andato avanti con questa promessa avrebbe ucciso completamente alcuni settori“.

Il Presidente Macron, insomma, tende la mano agli agricoltori che si erano da sempre opposti alla decisione della messa al bando totale, convinti che tre anni non fossero sufficienti per trovare una valida alternativa, sostenibile dal punto di vista ecologico, ma anche economico.

Attualmente era stata già prevista un’esenzione al divieto totale per quegli agricoltori, stimati intorno al 10%, per cui non esisterebbe un’alternativa credibile al pesticida. Ora quella percentuale comincia ad alzarsi e anche il ministro dell’Agricoltura Didier Guillaume ha affermato che, a causa del numero delle esenzioni, il ritiro graduale al 2021, probabilmente interesserà solo l’80% degli utenti attuali:

Il divieto totale è un “obiettivo politico” – ha affermato il ministro venerdì sera in TV dopo il discorso del Presidente – “Se arriviamo più velocemente, tanto meglio…Se non lo facciamo, il presidente ha sempre affermato che non dovremmo lasciare nessuno senza una soluzione”.

Gli ambientalisti però non ci stanno e interpretano l’arretramento come una concessione fatta dopo le pressioni che sta subendo il presidenta a causa delle proteste dei giubotti gialli delle ultime settimane. Come ha dichiarato François Veillerette, portavoce di Future Generations a RFI :

“Oggi sembra che si sita facendo una scelta per calmare la situazione e non aprire un nuovo fronte in un periodo di protesta con i giubbotti gialli, ma questo non è il modo in cui dovremmo fare politca ambientale e sanitaria. Pensiamo che ci dovrebbe essere una politica a lungo termine anche se difficile. Ci sono diversi modi per sbarazzarsi delle erbacce, ma devono essere abbracciati dagli agricoltori”

Secondo la militante diventata il simbolo del movimento francese anti-pesticidi, infatti, annunciare che il divieto del glifosato non verrà mai applicato del tutto non farebbe altre che mandare il messaggio al mondo agricolo che possono continuare a usare il prodotto:

” Noi ci aspettavamo il messaggio opposto: che stiamo mantenendo l’obiettivo di uscire in tre anni e contribuiremo a sostenere la ricerca e le tecniche per arrivarci”.

Anche perché la “concessione” arriva a pochissimi giorni di distanza dalla sentenza del Tribunale di Lione che la scorsa settimana aveva revocato la licenza al Roundup Pro 360 per problemi di sicurezza della salute. Sentenza che il movimento ambientalista vuole utilizzare per portare avanti la loro battaglia di messa al bando totale dei prodotti a base di glifosato.

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