Fotovoltaico e agricoltura: una ricerca per capire l’impatto degli impianti sulla fertilità dei terreni

Agricoltura e fotovoltaico è un binomio che troppo spesso va in contrasto, soprattutto quando si tratta di grandi impianti a terra. Un conflitto non sempre di facile gestione sotto diversi punti di vista. C'è innanzitutto il problema dell'impatto paesaggistico, tanto che molte regioni hanno varato leggi e regolamenti ad hoc per impedire l'indiscriminata distesa di pannelli solari in aree di pregio paesaggistico, storico ed ambientale: è il caso, ad esempio, della Toscana, che ha vietato totalmente l'installazione di pannelli fotovoltaici a terra nell'area della Valc D' Orcia, il cui paesaggio è riconosciuto patrimonio mondiale dall' UNesco.

Annosa è la questione, poi della sottrazione di terreni all’agricoltura in favore del fotovoltaico, ma sotto i riflettori e il dito puntato di ambientalisti e agricoltori c’è anche il problema del mantenimento della fertilità dei terreni che, una volta teminato il ciclo di vita degli impianti fotovoltaici, potrebbero aver perso la fertilità necessaria per un utile e celere reimpiego agricolo.

Proprio su quest’ultimo fronte si sta impegnando il gruppo 9Ren, azienda che di grandi impianti se ne intende (6 nuovi impianti con 16 MW di potenza installata solo nel mese di Agosto) e che ha affidato al CRA-RPS (Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura) un’attività di ricerca sperimentale per cercare di individuare buone pratiche di gestione dei terreni agricoli che ospitano impianti fotovoltaici, così da mantenerne la fertilità.

L’obiettivo della ricerca, infatti, è quello di mantenere i terreni in condizioni di integrità del contenuto di sostanza organica e della funzionalità biologica. Del resto il gruppo italo spagnolo non è nuovo a ricerche ed iniziative rivolte a cercare di rimuovere i possibili contrasti tra uso agricolo dei terreni ed impianti fotovoltaici a terra: presso l’impianto fotovoltaico di Lanuvio, in provincia di Roma, sfruttando anche alcune direttive in tal senso della Regione Lazio, 9Ren ha provveduto infatti a piantumare un frutteto biologico per nascondere alla vista l’impianto e, inoltre, mantenere vitale la vocazione agricola del sito facendo riferimento ai precetti della permacoltura, cioè la piantumazione di diverse specie vegetali così da ridurre l’uso di pesticidi.

La nuova ricerca prevede l’affidamento da parte di 9REN al CRA-RPS di attività di analisi su alcuni terreni in cui sono installati impianti fotovoltaici a terra del gruppo. Quindi saranno applicate sui terreni stessi delle metodologie di gestione del suolo e delle piante compatibili con l’esistenza dell’impianto fotovoltaico, finalizzate a mantenere o addirittura migliorare la fertilità dei terreni.

I terreni su cui verrà condotta la sperimentazione sono per ora due: uno in Puglia presso l’impianto da 8MW denominato Masseria Martellotta, situato nel comune di Palagianello, in provincia di Taranto e uno nel Lazio, proprio nell’impianto da 6MW nel comune di Lanuvio, denominato Bellavista 1. Presso quest’ultimo, infatti, partirà presto anche un progetto di Fattoria Sociale, studiato dall’agronomo Gianluca Ciampi, che prevede l’affidamento della gestione del frutteto alla cooperativa sociale Agricoltura Capodarco, in collaborazione con l’assessorato alle politiche sociali del Comune di Lanuvio. Presso entrambi gli impianti, poi, il terreno sarà suddiviso in 6 sottoaree sperimentali, su ciascuna delle quali verrà applicata una metodologia di gestione e/o di coltivazione di opportune essenze secondo i principi dell’agricoltura biologica. Le analisi preliminari del terreno e quelle che saranno effettuate nell’arco dei tre anni successivi verranno eseguite e valutate dai ricercatori del CRA-RPS. Dai risultati ottenuti si potrà stabilire la migliore metodologia di gestione del terreno o la coltura più adatta a mantenere il terreno nelle condizioni di fertilità uguali o migliori a quelle preesistenti l’impianto.

“Stiamo guardando al futuro” afferma Stefano Granella, CEO del Gruppo 9REN “con un’ottica di sostenibilità, per questo i nostri impianti fotovoltaici sono progettati e costruiti secondo logiche di integrazione nel territorio sia dal punto di vista ambientale che sociale. L’obiettivo di questo progetto, che abbiamo battezzato con il nome RENland, è quello di restituire i terreni utilizzati per i nostri impianti fotovoltaici in modo integro all’attività agricola preesistente. Sulla base delle sperimentazione che effettueremo su questi terreni determineremo un protocollo che verrà applicato su tutti gli impianti 9REN installati su aree agricole. Crediamo molto nell’importanza di questo programma sperimentale, per questo abbiamo condiviso questo obiettivo con un centro di assoluto riferimento in questo campo, il CRA-RPS, che ha scelto di essere nostro partner”.

Il CRA-RPS è da sempre in prima linea per la messa a punto di metodi e strumenti per la gestione sostenibile del suolo” dichiara Roberta Farina, ricercatrice, “pertanto abbiamo accolto con entusiasmo la proposta di 9REN che ci è apparsa da subito di grande interesse, vista la grande diffusione di impianti fotovoltaici nel territorio del nostro Paese, che insistono prevalentemente su terreni agricoli. Il rischio infatti è che una cattiva gestione di questi suoli li possa rendere inadatti alla fine del ciclo di vita dell’impianto, al ritorno ad una loro funzione produttiva agricola. Potremo quindi mettere a punto soluzioni di gestione del suolo e delle colture che consentano che questi terreni possano tornare alla loro originaria funzione in buone condizioni di fertilità chimica e biologica.

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