Caporalato: 400 mila lavoratori sfruttati ogni anno in Italia per 2,50 euro l’ora

Trascorrono più di 12 ore al giorno nei campi, non guadagnano a sufficienza per curarsi e soffrono di problemi di salute cronici. Sono gli oltre 400 mila lavoratori agricoli che in Italia vengono sfruttati ogni anno dal caporalato, per una paga davvero misera, pari a circa 2,50 euro all’ora.

Trascorrono più di 12 ore al giorno nei campi, non guadagnano a sufficienza per curarsi e soffrono di problemi di salute cronici. Sono gli oltre 400 mila lavoratori agricoli che in Italia vengono sfruttati ogni anno dal caporalato, per una paga davvero misera, pari a circa 2,50 euro all’ora.

Guadagnando dai 25 ai 30 euro al giorno i lavoratori sfruttati dal caporalato, che nell’80% dei casi sono stranieri, spesso arrivati in Italia in cerca di fortuna. I numeri emergono da uno studio condotto da The European House-Ambrosetti basato sui dati Flai-Cgil relativi al 2015.

Lo studio è stato presentato al convegno dell’Associazione italiana delle agenzie per il lavoro che propongono i contratti di somministrazione in agricoltura come alternativa per superare il caporalato. Il caporalato in Italia si pratica in oltre 80 distretti agricoli.

I dati hanno portato alla luce condizioni di lavoro indecenti in 33 casi e condizioni di lavoro gravemente sfruttato in 22 casi. Inoltre il caporalato sottrae alle casse dello Stato circa 600 milioni di euro all’anno.

Si tratta di una piaga sociale ed economica che sembra davvero difficile da sradicare. A causa del caporalato i lavoratori sfruttati guadagnano meno della metà rispetto a quanto previsto dal contratto nazionale.

Le misere cifre guadagnate non bastano né per vivere dignitosamente né per acquistare i medicinali necessari per curarsi. Chi svolge lavori pesanti nei campi per più di 12 ore al giorno in ogni condizione climatica non può che andare incontro a problemi di salute.

Le malattie sarebbero curabili con comunissimi farmaci ma se manca il denaro per acquistarli i disturbi vengono tralasciati e diventano cronici. Oltre il 60% dei lavoratori non ha accesso all’acqua corrente e ai servizi igienici.

Nel 2015 secondo i dati dello studio le vittime del caporalato sono state almeno 10 in Italia. Lo sfruttamento, il sovraccarico di lavoro e la mancanza di cure per la salute e di alloggi adeguati portano alla morte proprio nel momento in cui si sta cercando di fare di tutto per sopravvivere.

È ora di dire basta! Occorrono evidentemente maggiori controlli. Lo Stato e le autorità interverranno per fermare il caporalato?

Marta Albè

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