Biomed: il progetto per la lotta biologica ai parassiti

Lotta biologica ai parassiti per un'agricoltura più sostenibile. Usare metodi naturali per tenere sotto controllo i funghi e i vermi del terreno che minacciano l'agricoltura. È questo l'obiettivo di Biomed, progetto finanziato dal Mipaf – Ministero delle Politiche Agricole – con il supporto del Cnr, l'Istituto per la Protezione delle Piante e quello per i Sistemi Agricoli e Forestali del Mediterraneo.

Lotta biologica ai parassiti per un’agricoltura più sostenibile. Usare metodi naturali per tenere sotto controllo i funghi e i vermi del terreno che minacciano l’agricoltura. È questo l’obiettivo di Biomed, progetto finanziato dal Mipaf – Ministero delle Politiche Agricole – con il supporto del Cnr, l’Istituto per la Protezione delle Piante e quello per i Sistemi Agricoli e Forestali del Mediterraneo.

Il progetto punta ad individuare sistemi innovativi ed eco-sostenibili per fronteggiare il problema dei parassiti, senza danneggiare i terreni coltivati o le piante, e anzi migliorando la qualità dei prodotti finali venduti ai consumatori.

Una svolta innovativa per l’agricoltura biologica del nostro Paese?

È ancora presto per dirlo, ma sicuramente si stanno gettando piccole, ma importanti basi per uno sviluppo agricolo responsabile ed eco-sostenibile, che vedrà i suoi preziosi frutti soprattutto nel lungo periodo.

Stando alla nota riportata sul sito del Dipartimento Agro Alimentare del Cnr, negli anni scorsi le superfici italiane coltivate secondo il metodo dell‘agricoltura biologica sono aumentate progressivamente e oggi hanno addirittura superato il milione di ettari. E nei prossimi anni si prevede un ulteriore incremento.

Non è un caso che i prodotti derivanti da agricoltura bio rappresentino oggi il 10% del mercato, sintomo che la richiesta di cibi sani – coltivati secondo metodi naturali – è in costante aumento.

A tutto questo però deve seguire una politica strutturata, che punti al rilancio delle produzioni biologiche, allo sviluppo di nuovi fattori, ulteriori protocolli condivisi, strumenti di controllo e nuovi metodi per combattere i parassiti e difendere le coltivazioni.

Il Progetto prevede sostanzialmente due fasi: nella prima si considereranno le colture-base della tradizione mediterranea, come pomodoro, carota e patata; la seconda invece prenderà in esame le specie forestali più comuni, come noce e castagno, con esemplari particolari di Puglia, Lazio e Sicilia.

Queste piante verranno analizzate e monitorate per valutare i livelli di conservazione e le caratteristiche dei terreni coltivati in regime biologico, dove verranno introdotti dei microrganismi promotori della crescita attraverso l’uso di fertilizzanti organici.

Dall’esito di queste analisi, che riveleranno la reazione di queste piante ai metodi naturali, sapremo di più sul futuro del bio nel nostro Paese!

Verdiana Amorosi

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