L’Austria cambia idea: non vieterà il glifosato a partire dal 2020

Il governo austriaco ha fatto sapere che il glifosato non verrà vietato come previsto, a causa di un errore nella trasmissione della notifica

Il governo austriaco ha fatto sapere ieri che il glifosato non sarà vietato a partire dal prossimo gennaio, come era invece previsto.

L’Austria avrebbe dovuto vietare l’uso del pericoloso erbicida a partire dal prossimo gennaio diventando il primo paese europeo glifosato-free ma, a causa di un errore nella trasmissione della notifica alla Commissione europea, il diserbante continuerà ad essere utilizzato.

Ripercorriamo le tappe di questa particolare vicenda, per capire meglio cosa sta succedendo.
Lo scorso luglio, il Parlamento austriaco approvò il divieto d’uso in agricoltura di prodotti che contenessero glifosato, secondo il principio di precauzione. La decisione

La nuova legge fu poi notificata alla Commissione europea, che avrebbe dovuto esprimere un parere in merito, entro il 29 novembre di quest’anno. Prima di poter entrare in vigore, infatti, era necessario che la normativa ricevesse il via libera da parte dell’Unione europea.

Già ad ottobre, gli ambientalisti sollevarono preoccupazioni riguardo la possibilità che la Commissione bloccasse l’entrata in vigore del divieto, spinta da pressioni da parte di Bayer-Monsanto.
Il movimento WeMove lanciò anche una petizione online per chiedere all’Europa di non cedere a tali pressioni, di rispettare il diritto di ogni stato membro a legiferare sul glifosato e dunque di non impedire l’applicazione del divieto austriaco.

Alla fine di novembre, la Commissione europea inviò una lettera al governo austiaco in cui criticava il modo in cui il divieto era stato introdotto. Sebbene la Commissione non abbia impedito direttamente l’attuazione della normativa, il Ministero dell’ambiente austriaco si disse dubbioso sull’entrata in vigore del divieto.

Ora il governo ha confermato che il divieto non entrerà in vigore a partire dal prossimo gennaio: la motivazione ufficiale della decisione è che la Commissione europea non è stata informata in modo corretto e per tempo.

Il glifosato, sviluppato da Monsanto e oggi commercializzato da Bayer, continuerà dunque a essere usato in Austria, nonostante le fondate preoccupazioni sulla sua sicurezza.

Ricordiamo che già nel 2015 l’Organizzazione mondiale della sanità ha inserito il glifosato tra le sostanze probabilmente cancerogene e che in letteratura esistono sempre più studi che confermano la pericolosità di questo erbicida.

Greenpeace ha dichiarato che il blocco del divieto rappresenta “un vero tradimento della democrazia”, mentre i socialdemocratici, che a luglio avevano votato a favore del divieto e che oggi hanno dichiarato di porre la questione in parlamento il prossimo mercoledì, hanno definito “incomprensibile” la decisione del governo di ritirare il divieto.

Se l’Austria avesse vietato l’uso del glifosato, sarebbe stato il primo paese europeo a farlo e probabilmente altri paesi dell’Unione l’avrebbero seguita. Francia e Germania ad esempio, ma anche diversi Comuni del Lazio e la Toscana, avevano in programma di mettere al bando il gifosato per tutelare la salute dei cittadini: il dietrofrónt dell’Austria di fatto bloccherà tali iniziative.

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