Vandana Shiva a Roma per difendere la sovranita’ dei semi

Vandana Shiva, scienziata e ambientalista indiana impegnata da anni nella lotta alle multinazionali delle sementi ed ai loro brevetti, ha presentato questa mattina a Roma presso il Palazzo della Provincia il “Rapporto internazionale sulla sovranità dei semi”, accompagnato dal lancio della campagna “Salviamo i nostri semi”, in qualità di presidente dell’associazione Navdanya International.

Vandana Shiva, scienziata e ambientalista indiana impegnata da anni nella lotta alle multinazionali delle sementi ed ai loro brevetti, ha presentato questa mattina a Roma presso il Palazzo della Provincia il “Rapporto internazionale sulla sovranità dei semi”, accompagnato dal lancio della campagna “Salviamo i nostri semi”, in qualità di presidente dell’associazione Navdanya International.

L’intervento di Vandana Shiva si è svolto alla presenza di Susanna Cenni, parlamentare promotrice della biodiversità agraria e alimentare. Il lavoro presentato dall’ambientalista indiana nella mattinata odierna è stato da lei definito come fondamentale per dare nuovo slancio ad una lotta globale e nazionale per la difesa delle sementi dai brevetti delle multinazionali.

L’attenzione di tutti i governi del mondo dovrebbe essere indirizzata verso l’emergenza dei semi ed alla necessità della loro salvaguardia per garantire sicurezza e sovranità alimentare sia a livello locale che a livello internazionale. L’introduzione di colture Ogm in Paesi come l’India, con la falsa promessa di una maggiore produttività agricola e di un relativo aumento dei guadagni, ha purtroppo portato in realtà i coltivatori locali a sentirsi schiavi delle multinazionali, a vedere i propri campi progressivamente privati delle risorse naturali in essi presenti e a ritrovarsi ancora una volta nell’occhio del ciclone di una spirale di povertà.

Vandana Shiva ha sottolineato come in Italia vi sia una legge proposta in Parlamento volta a salvaguardare la biodiversità che dovrebbe essere considerata come un buon esempio da seguire e da mettere in pratica. L’ambientalista indiana ha ricordato come le attuali normative europee appaiano sempre più volte a lasciare scomparire le sementi rare ed antiche in nome delle varietà considerate maggiormente produttive e remunerative su scala mondiale. È stata ricordata da Vandana Shiva una legge della Regione Toscana, che considera i semi come una proprietà collettiva, insieme alla proposta legislativa che Susanna Cenni aveva presentato in Parlamento, in merito alla quale quest’ultima ha dichiarato quanto segue:

“Tre anni fa ho presentato in Parlamento una proposta di legge a tutela della agrobiodiversità. Un testo che aveva come obiettivo il sostegno alle azioni di recupero, protezione, conservazione e riproduzione di semi, varietà vegetali e razze a rischio di scomparsa, l’incentivo alla promozione delle attività economiche ad esse collegate, lo sviluppo delle comunità del cibo, alla ricerca. Quella proposta, dopo un lungo e ostacolato iter, in una legislatura non particolarmente attenta all’agricoltura, ha comunque trovato una importante sintesi e ottenuto un voto addirittura unanime in Commissione Agricoltura della Camera nella scorsa primavera. Il testo è però bloccato dalla Commissione Bilancio della Camera e rischia di non poter giungere al completamento del suo iter parlamentare”.

La speranza è che l’intervento odierno di Vandana Shiva possa essere da stimolo nel nostro Paese anche dal punto di vista legislativo, affinché un percorso che potrebbe suscitare ampio consenso e condivisione possa essere portato a compimento, in difesa della biodiversità e dei semi come patrimonio naturale collettivo che non dovrebbe essere sottoposto a brevetti volti a garantire il guadagno di pochi, a svantaggio soprattutto di quei piccoli coltivatori che della propria attività di difesa del patrimonio delle sementi hanno fatto la propria ragione di vita.

Marta Albè

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