OGM: gli stati UE potranno continuare a dire “no” per “motivi ambientali”

La salvaguardia del territorio dalle coltivazioni Ogm continuerà ad essere tutelata per “motivi ambientali” in tutti gli stati membri dell'Unione Europea. Grazie all'azione di una maggioranza di eurodeputati guidata dalla relatrice francese Corinne Lepage (gruppo liberaldemocratico), la Commissione saluta pubblica e sicurezza alimentare del Parlamento di Bruxelles ha infatti respinto la proposta della stessa Commissione UE di modificare l'attuale Direttiva in materia. In altre parole, ogni stato membro potrà continuare a dire no alle coltivazioni Ogm sul proprio territorio per motivi legati, ad esempio, alla resistenza ai pesticidi, all'invasività delle colture o ancora alla necessità di preservare la biodiversità.

La salvaguardia del territorio dalle coltivazioni OGM continuerà ad essere tutelata per “motivi ambientali” in tutti gli stati membri dell’Unione Europea. Grazie all’azione di una maggioranza di eurodeputati guidata dalla relatrice francese Corinne Lepage (gruppo liberal-democratico), la Commissione saluta pubblica e sicurezza alimentare del Parlamento di Bruxelles ha infatti respinto la proposta della stessa Commissione UE di modificare l’attuale Direttiva in materia. In altre parole, ogni stato membro potrà continuare a dire no alle coltivazioni OGM sul proprio territorio per motivi legati, ad esempio, alla resistenza ai pesticidi, all’invasività delle colture o ancora alla necessità di preservare la biodiversità.

E non è poco, vista la pressione crescente delle multinazionali che fatturano miliardi grazie alle sementi geneticamente modificate, vedi il caso della Monsanto – giusto per citare la più famosa. A questo proposito, secondo Lepage: “questo voto è un chiaro segnale da parte del Parlamento al Consiglio e alla Commissione: il sistema di autorizzazione UE dovrebbe essere mantenuto, ma si dovrebbe riconoscere che alcuni impatti agricoli e ambientali, come pure gli impatti socio-economici legati alla contaminazione, possono essere citati dagli Stati membri per giustificare un divieto o restrizione alla coltivazione di OGM”.

La relazione, adottata con 34 voti a favore, 10 contrari e 16 astenuti, non poteva che suscitare pareri positivi anche in Italia, dove le coltivazioni tradizionali sono ancora ben radicate nel territorio. Non a caso, la Coldiretti ha subito reso noto il suo pensiero in merito: “In Italia, per la conformazione morfologica dei terreni e le dimensioni delle aziende – si legge nel suo comunicato stampa – non sarebbe possibile evitare le contaminazioni ambientale e sarebbe violata la sacrosanta libertà della stragrande maggioranza degli agricoltori e cittadini di avere i propri territori liberi da OGM. Un concetto che viene esposto in modo ancora più chiaro con altre parole, ovvero: gli OGM spingono verso un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico della tipicità, della distintività e del Made in Italy.

Gli agricoltori che confidano ancora nella tradizione possono insomma tirare un sospiro di sollievo. Speriamo per molti anni a venire.

Roberto Zambon

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