Arctic Apple: le mele OGM che non si anneriscono in vendita negli USA

Ricordate la Arctic Apple? Si tratta di un particolare tipo di mela OGM in grado di rimanere bianca e non annerirsi dopo essere stata tagliata. Tra pochi giorni, a novembre, il frutto sarà in vendita negli Stati Uniti

Ricordate la Arctic Apple? Si tratta di un particolare tipo di mela OGM in grado di rimanere bianca e non annerirsi dopo essere stata tagliata. Tra pochi giorni, a novembre, il frutto sarà in vendita negli Stati Uniti.

L’Arctic Apple gode di un primato: è la prima mela geneticamente modificata al mondo a non deteriorarsi. Sviluppata dalla società canadese Okanagan Specialty Fruits, è già commercializzata in negozi di alimentari del Canada ma presto potrà diffondersi nei negozi americani.

Dopo aver ottenuto l’approvazione dell’Usda nel 2015, la mela si è fatta strada pian piano. Neil Carter, presidente di Okanagan e sua moglie Louisa hanno passato gli ultimi 20 anni a sviluppare la mela, a loro dire per ridurre gli scarti e i rifiuti.

Hanno realizzato la loro prima coltura di mele Golden Delicious e Granny Smith nel 2003 e da allora hanno passato anni a sperimentare il frutto geneticamente modificato, cercando di assicurarsi che fosse sicuro sia sotto il profilo alimentare che ambientali.

Secondo quanto sostiene la Okanagan Specialty, le mele sono uguali a quelle convenzionali, solo non diventano nere.

Perché la Arctic Apple non diventa scura?

Quando le cellule delle mele convenzionali si alterano, ad esempio quando vengono tagliate, entra in gioco un enzima chiamato polifenolossidasi (PPO) che dà inizio a una reazione chimica durante la quale la polpa della mela diventa marrone.

È vero anche che alcune varietà di mele si deteriorano velocemente mentre altre lo fanno più lentamente per via dei livelli differenti di PPO. Non la Arctic Apple che non perderà mai il proprio colore originale anche giorni dopo essere stata tagliata a pezzetti.

arctic appel

Quando il genoma della mela è stato mappato, i due coniugi hanno identificato i quattro geni responsabili della produzione di PPO e hanno “silenziato” il gene per eliminare la produzione di polifenolossidasi.

Secondo quanto riportato sul sito di Arctic Apples, pur avendo meno PPO, gli alberi di mele Arctic® crescono e si comportano come i loro simili:

“Il frutto è altrettanto sano e non ha nuove proteine. E anche se una Granny Arctic® ha lo stesso contenuto nutrizionale di una Granny Smith convenzionale, le varietà di mele Arctic® non hanno la reazione di scurimento, che tipicamente “brucia” nutrienti salutari come la vitamina C e gli antiossidanti”.

Anche se l’intenzione dichiarata è quella di ridurre gli sprechi, la prospettiva di mangiare frutta OGM è decisamente poco allettante. Per il momento, la questione riguarda solo il mercato Usa ma c’è poco da stare tranquilli anche alla luce dei recenti accordi commerciali con l’Unione Europea.

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Francesca Mancuso

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