L’agricoltore che si è intossicato e oggi lavora la terra senza agrochimici

All’età di 12 anni era stato intossicato mentre spruzzavano pesticidi in un terreno agricolo, da quel giorno John, oggi cinquantatrenne, ha deciso che nessun veleno avrebbe toccato le sue coltivazioni.

All’età di 12 anni era stato intossicato mentre spruzzavano pesticidi in un terreno agricolo, da quel giorno John, oggi cinquantatrenne, ha deciso che nessun veleno avrebbe toccato le sue coltivazioni.

John Bruschi lavora da quando era piccolo, da quando suo padre gli aveva rivolto la fatidica domanda: “ti piacerebbe lavorare o studiare?”. Tre giorni più tardi, era già su un trattore e le sue mani affondavano nella terra.

Ha iniziato così a lavorare alla produzione di verdure nei campi di famiglia, fino a quel giorno in cui, durante una fumigazione, è stato intossicato dai pesticidi.

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Un episodio che ha fatto maturare in lui la consapevolezza di come l’uomo riesca a distruggere l’ambiente con l’uso di prodotti chimici.

Per questo, John ha scelto di dire no e col tempo, assieme ad altri 8 imprenditori ha creato il programma comunale ‘Green Belt’ che sostiene l’agricoltura biologica e naturale, senza l’uso di alcun tipo di pesticidi.

“Ho toccato con mano ciò che alcuni agricoltori stanno facendo, danneggiando l’ambiente e la nostra salute”, dice John.

In Argentina ma non solo, metodi di produzione con pesticidi sono all’ordine del giorno, soprattutto dopo le recenti inondazioni, per aumentare i profitti si è ricorsi all’uso di pesticidi.

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agricoltura senza pesticidi1
John e gli altri agricoltori hanno trovato l’appoggio del ministro dell’Agricoltura, Luis Contigiani che assicura di voler promuovere un’agricoltura sostenibile in tutto lo stato.
Ed è lo stesso agricoltore ad assicurare che i profitti ci sono anche senza distruggere l’habitat naturale e intossicare i consumatori.
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“Da anni sperimento sui miei terreni di Rivarola una produzione naturale, senza il bisogno di ricorrere a erbicidi o pesticidi o a qualsiasi altro prodotto agrochimico. Con me, lavora anche mio figlio che continuerà la tradizione di famiglia”, continua.
Nel 2005, lo Stato aveva espropriato all’uomo sette ettari per la costruzione di edifici, oggi però lo aiuta a produrre bio. Sono state tante le difficoltà per far cambiare marcia, ma i risultati iniziano a vedersi anche se in Argentina la produzione è prevalentemente ogm.

“L’ambiente è sempre più deteriorato e l’uomo è sempre più responsabile della sua distruzione, ma ognuno di noi può contribuire a cambiare le cose, cominciando dalla propria attività”.

Dominella Trunfio

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