Lupi e cinghiali: Italia a rischio Far West, agricoltori contro gli animali selvatici

Gli agricoltori e i pastori italiani sono sul piede di guerra nei confronti degli animali selvatici, in particolare lupi e cinghiali accusati di mettere a rischio raccolti e greggi. Il numero di cinghiali, secondo la Coldiretti, sarebbe raddoppiato nel giro degli ultimi 10 anni creando non pochi problemi.

Gli agricoltori e i pastori italiani sono sul piede di guerra nei confronti degli animali selvatici, in particolare lupi e cinghiali accusati di mettere a rischio raccolti e greggi. Il numero di cinghiali, secondo la Coldiretti, sarebbe raddoppiato nel giro degli ultimi 10 anni creando non pochi problemi.

Sarebbero arrivati a raggiungere addirittura il numero record di un milione e l’associazione chiede immediate disposizioni per fare in modo che gli animali non possano più danneggiare le produzioni agricole, il territorio, ma anche la salute delle persone dato che, sottolineano, sarebbero numerosi gli incidenti causati dalla presenza di cinghiali o altri animali selvatici sulle strade. Tutto questo è stato gridato a gran voce dagli aderenti alla Coldiretti in una manifestazione di piazza che si è svolta simbolicamente a Firenze (la Toscana è la regione dove la lotta contro i selvatici è più sentita) pochi giorni fa.

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Gli agricoltori accusano i selvatici di radere al suolo i campi coltivati. Non si tratta solo di cinghiali, ma anche di nutrie, daini, caprioli, mufloni e storni.

E c’è poi la questione lupi, che ultimamente si sono affacciati anche nelle vallate alpine del Piemonte. È proprio lì che si è svolta l’8 agosto l’iniziativa della Coldiretti Torino: ami i lupi? adotta un pastore …! pensata per condividere e sensibilizzare riguardo alle difficoltà che i pastori incontrano nel loro lavoro quotidiano e ovviamente per raccogliere fondi utili ad incentivare la pastorizia facendo anche in modo di tutelare le greggi dalle incursioni dei lupi.

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L’Enpa (Ente nazionale protezione animali) in un comunicato si mostra disponibile ad una collaborazione con agricoltori e pastori, sottolineando però come in Italia non esista alcuna guerra ai selvatici. Per quanto riguarda le soluzioni, l’Ente ritiene sia semplicemente necessario applicare al meglio alcune normative già esistenti.

“In questi giorni, stando alle dichiarazioni di agricoltori e di alcuni ambienti governativi, il nostro Paese, sarebbe ostaggio della fauna selvatica: nutrie, cinghiali, lupi, piccioni, daini, marmotte – solo per citarne alcuni – devasterebbero le nostre infrastrutture, distruggerebbero i nostri raccolti, assedierebbero i nostri campi. Fortunatamente, con buona pace di Coldiretti e di qualche ministro, sul territorio italiano non si combatte alcuna guerra. E anche ammesso che vi fossero possibili criticità nella convivenza con i selvatici la nostra normativa, la 157/92, già contempla tutte le possibili soluzioni. Il punto è che molto spesso vi è una certa ‘pigrizia’ ad applicarle. Per questo, rinnoviamo a chiunque, anche alla stessa Coldiretti, la nostra piena disponibilità a collaborare per risolvere tali situazioni. I primi ad avvantaggiarsene sarebbero proprio gli agricoltori”.

Ci auguriamo che si riesca a trovare una soluzione pacifica che tuteli gli interessi dei lavoratori, ma anche i diritti degli animali.

Francesca Biagioli

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