OGM: urge colmare vuoto legislativo e prorogare il divieto

Il Governo italiano dovrà agire entro breve per colmare il vuoto normativo sugli OGM. Il Governo ha promesso di impegnarsi per prorogare il divieto di coltivazione degli organismi geneticamente modificati sul territorio italiano, con particolare riferimento al mais Mon810, unica varietà OGM approvata per la coltivazione in Europa.

OGM: in Italia urge colmare il vuoto normativo

Il Governo italiano dovrà agire entro breve per colmare il vuoto normativo sugli OGM. Il Governo ha promesso di impegnarsi per prorogare il divieto di coltivazione degli organismi geneticamente modificati sul territorio italiano, con particolare riferimento al mais Mon810, unica varietà OGM approvata per la coltivazione in Europa.

È necessario varare un nuovo decreto interministeriale che proroghi il divieto di coltivazione sul territorio italiano del mais Monsanto in vista della scadenza del decreto precedente, prevista per l’11 febbraio 2015.

L’esigenza di un nuovo decreto interministeriale giunge in attesa del via libera finale alla direttiva Europea che consentirà ai Paesi membri dell’UE di limitare o proibire la coltivazione di organismi geneticamente modificati sul territorio nazionale, anche quando questi sono autorizzati a livello europeo.

La Coldiretti ha sottolineato che in Italia gli OGM non pongono soltanto seri problemi di sicurezza ambientale, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico del Made in Italy. Sono ormai soltanto 5 su 28 i Paesi europei che coltivano OGM, nonostante la spinta delle lobby: Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania.

Il vuoto normativo potrebbe portare al pericolo della semina di OGM in Italia? “C’è il pericolo che in Italia si cominci a seminare mais OGM, approfittando del vuoto normativo che a breve si creerà. Per scongiurare questo rischio il M5S ha chiesto al Governo, di prorogare il decreto interministeriale in scadenza”, lo ha dichiarato il gruppo M5S in attesa della revisione della direttiva europea 2001/18/CE relativa alla coltivazione sul territorio italiano di mais geneticamente modificato.

Dato che per l’approvazione della normativa europea sugli OGM si prevedono tempi lunghi, soltanto l’approvazione di una proroga del decreto interministeriale che scadrà a febbraio potrà proteggere il nostro Paese da eventuali semine di OGM. Come ricorda il M5S, con la decadenza del decreto verranno meno anche le sanzioni introdotte con il decreto legge 91/2014, è quindi fondamentale ed urgente che vengano riformulate al più presto.

Il Ministero delle Politiche Agricole starebbe accelerando i lavori in modo che il nuovo decreto interministeriale venga introdotto entro breve:

“Bene l’accelerazione con cui il ministero delle Politiche agricole, insieme ai ministeri dell’Ambiente e della Salute, sta lavorando al nuovo provvedimento interministeriale che proroghi il divieto di coltivazione sul territorio italiano del mais Mon810. Nell’attesa dell’entrata in vigore della direttiva Ue sugli ogm che lascia agli stati membri le libertà di coltivazione o no, è fondamentale che il decreto sia approvato altrimenti si rischia di mettere in pericolo quanto fatto a tutela dell’ambiente, del nostro Made in Italy”.

Lo ha dichiarato Susanna Cenni, parlamentare del PD e membro della commissione agricoltura alla Camera, all’impegno del Governo per approvare un nuovo decreto interministeriale che proroghi il divieto di coltivazione sul territorio italiano del mais Mon810, in vista dell’imminente scadenza del decreto interministeriale precedente.

L’Italia deve investire sulla sua biodiversità e fare dell’anno di Expo il momento delle scelte definitive e della crescita della buona agricoltura evitando, ove non lo faranno le nuove norme UE, di lasciare spazi di possibile ambiguità, come ha sottolineato Cenni. Concordiamo con questa visione e speriamo che il Governo italiano intervenga presto per impedire in modo definitivo la coltivazione di OGM in Italia in difesa dell’agricoltura biologica e tradizionale e della biodiversità.

Marta Albè

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