#ItaliaNOogm: Martina rassicura sugli Ogm, ma la mobilitazione continua

L’Italia è a rischio Ogm? Questa mattina la Task Force per un’Italia libera da Ogm aveva espresso gravi preoccupazioni riguardo alle dichiarazioni del ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, che avrebbe escluso la possibilità di fare ricorso nel caso in cui il Tar del Lazio dovesse decidere, il prossimo 9 aprile, di revocare il provvedimento che proibisce la coltivazione di Ogm in Italia per 18 mesi.

L’Italia è a rischio Ogm? Questa mattina la Task Force per un’Italia libera da Ogm aveva espresso gravi preoccupazioni riguardo le dichiarazioni del ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, che avrebbe escluso la possibilità di fare ricorso nel caso in cui il Tar del Lazio dovesse decidere, il prossimo 9 aprile, di revocare il provvedimento che proibisce la coltivazione di Ogm in Italia per 18 mesi.

Il ministro Martina è poi intervenuto per rassicurare i cittadini sulla questione. Ha infatti informato il Consiglio dei Ministri dell’eventualità che, dopo il pronunciamento del Tar del Lazio, si debba intervenire con eventuali nuovi provvedimenti, d’intesa con le Regioni. È stata concordata la possibilità, con i colleghi Beatrice Lorenzin, Ministro della Salute, e Gian Luca Galletti, Ministro dell’Ambiente, di un intervento comune atto a impedire eventuali coltivazioni qualora la sentenza annullasse il decreto ora vigente. Martina ha comunicato di aver già convocato le Regioni per discutere il tema il prossimo 10 aprile.

Immediata la contro-risposta delle associazioni. Coldiretti ha dichiarato di apprezzare l’impegno del ministro Martina per difendere il territorio italiano. “La difesa del territorio nazionale dalla contaminazione da Ogm” – sottolinea la Coldiretti – “è un obiettivo condiviso dalla grande maggioranza degli italiani che deve essere difeso dalle autorità responsabili. Gli organismi geneticamente modificati in agricoltura non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale e alimentare, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico della tipicità, della distintività e del Made in Italy”.

Secondi i dati Coldiretti in Europa nel 2014 sono solo 5 su 28 i Paesi che coltivano Ogm (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania), con appena 148 mila ettari di mais transgenico Monsanto Mon810 piantati nel 2013, la quasi totalità in Spagna (136.962 ettari). Numeri in calo, nonostante la continua azione delle lobby. Green Italia appoggia l’impegno della Task Force e giudica in modo positivo le intenzioni di Martina, ricordando che la maggioranza degli italiani è contraria agli organismo geneticamente modificati:

“L’Italia non ha nessun bisogno di coltivazioni Ogm, che snaturerebbero il suo prezioso e unico patrimonio agroalimentare” – ha dichiarato Oliviero Alotto, portavoce di Green Italia“Chi spinge per aprire agli Ogm il nostro Paese, in nome di un mal interpretato sviluppo scientifico, ignora o nasconde il fatto che molte ricerche dimostrano che l’utilità principale del Mon810 o altri Ogm, ovvero di rendere le coltivazioni resistenti agli insetti come la piralide, è vera solo sul breve periodo. Quanto ai supposti vantaggi economici basta guardare al Paese che fa l’uso più intensivo di Ogm, gli Stati Uniti: nel periodo 1995-2011 i costi medi per acro per l’acquisto di sementi sono aumentati del 259% per la soia e del 325% per il mais, l’uso degli erbicidi non è diminuito, ma anzi aumentato del 13% tra il 2001 e il 2010″.

Continua in ogni caso la mobilitazione della Task Force, con Greenpeace e Legambiente in prima linea. Le associazioni si preparano agli incontri informativi sugli Ogm previsti per domani, sabato 5 aprile, nelle piazze italiane e nei mercati, insieme ad un Referendum in cui si potranno esprimere il proprio favore o la propria contrarietà agli Ogm.

Greenpeace ha realizzato un video girato al Castello Sforzesco di Milano in occasione dell’incontro “Verso Expo 2015: Nutrire il pianeta senza OGM”, in cui Manuela Giovannetti del Dipartimento di Scienze agrarie dell’Università di Pisa, Wes Shoemyer, un agricoltore statunitense in lotta contro le multinazionali OGM e Federica Ferrario, responsabile Agricoltura di Greenpeace Italia, illustrano la sfida che il nostro Paese ha davanti.

Per il 5 aprile è prevista una vera e propria manifestazione popolare. Le associazioni della Task Force invitano tutti a far sentire la propria voce soprattutto informando i consumatori del rischio che corrono le tipicità, la biodiversità e l’intero comparto agricolo italiano qualora fosse consentita la semina di Ogm. Si parlerà anche di identità, di Made in Italy, della filiera del biologico perché le ricadute sull’agricoltura italiana, apprezzata in tutto il mondo per le sue unicità, sarebbero immense e irreversibili, a partire dall’economia e dalla cultura.

In Friuli, nei capoluoghi di provincia e in altre località regionali (Gemona, S. Canzian d’Isonzo e Codroipo), saranno effettuati dei presidi presso i mercati locali dove i volontari distribuiranno del materiale informativo sugli Ogm e svolgeranno un breve sondaggio per verificare il gradimento da parte dei cittadini/consumatori degli Ogm nei campi e nel piatto. Ma la mobilitazione anti-Ogm riguarderà tutte le principali città italiane, da Milano a Torino, fino a Palermo.

#ItaliaNOogm facciamo sentire la nostra voce!

Marta Albè

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