Fukushima: emergenza acqua radioattiva, la barriera non tiene

Nuovi guai a Fukushima: la barriera di contenimento non riesce a bloccare le fuoriuscite di acqua radiattiva

Ancora guai per la centrale nucleare di Fukushima, colpita dal terremoto e dallo tsunami dell’11 marzo 2011 in Giappone: l’acqua utilizzata per raffreddare i reattori e non far fondere il nocciolo sta scavalcando la barriera di contenimento finendo nell’oceano.

La vicenda, perfettamente raccontata dal Guardian, non è che l’epilogo di una serie di errori che vengono attribuiti a Tepco, la società proprietaria dell’impianto nucleare. Tutto è iniziato con il famoso disastro post tsunami, che ha spinto i tecnici di Tepco a iniziare a pompare acqua dentro la centrale per raffreddarla e tenerla a temperatura “subcritica”. Un termine tecnico che vuol dire solo una cosa: tenere l’impianto al di sotto della temperatura di 100 gradi centigradi, oltre la quale la reazione nucleare diventa quasi incontrollabile.

Così, dal giorno del terremoto in poi, Tepco inietta 400 tonnellate d’acqua al giorno sui reattori. Acqua che si miscela con quella normalmente presente nella centrale, altamente radioattiva. Ma la stessa acqua pompata dal sottosuolo, come ha dovuto ammette l’azienda elettrica, è contaminata: nei pozzi limitrofi alla centrale sono state trovate quantità di cesio 134 superiori di 110 volte rispetto al normale.

Ora emerge anche che l’acqua contaminata presente nei pozzi sta fuoriuscendo spontaneamente verso l’oceano. Tepco, da tempo, per limitare questo fenomeno ha costruito una barriera sotterranea di contenimento che, però, non funziona: a 1,8 metri dalla superficie l’acqua riesce a uscire fuori. Ed è di nuovo emergenza.

Nella migliore (per così dire) delle ipotesi l’acqua contaminata resterà sul fondale di fronte la centrale nucleare di Fukushima, nella peggiore salirà in superficie e verrà spinta in fretta nell’oceano impedendo ogni azione di contenimento e mettendo a rischio la vita dei pesci e degli altri animali marini. La domanda che tutti si fanno è: quanto tempo ci vorrà prima che l’acqua salga in superficie?

La risposta più plausibile sembrerebbe entro tre settimane. Pochissimo, anche considerato il fatto che Tepco continua a pompare acqua sulla centrale per raffreddarla: entro la fine di questa settimana sarà necessario spruzzare sui reattori altre 100 tonnellate d’acqua in più.

Tepco, infine, è stata costretta ad ammettere le quantità di radiazioni fuoriuscite dalla centrale da quando c’è stato il disastro: tra i 20 mila e i 40 mila miliardi di becquerel di trizio che, secondo la compagnia, sono entro i limiti di legge perché il trizio è molto meno pericoloso del cesio o dello stronzio. Tuttavia, va anche detto che Tepco non ha ancora misurato le emissioni di stronzio.

Peppe Croce

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