Myanmar: frana una miniera di giada, almeno un morto e 70 dispersi

Almeno una persona è morta e 70 risultano disperse dopo una frana avvenuta in un sito minerario di giada nel nord del Myanmar

Almeno una persona è morta e 70 risultano disperse dopo una frana avvenuta in un sito minerario di giada nel nord del Myanmar

Sarebbero per la maggior parte minatori illegali di giada, le vittime della rovinosa frana che si è verificata nell’area di Hpakant, nello stato di Kachin, intorno alle 04.00 ora locale di mercoledì (intorno alle 21:30 di ieri sera, martedì 21). Si pensa che la frana sia stata causata da una serie di macerie scaricate dai camion nelle miniere a cielo aperto. Ma la colpa è senz’altro anche della deforestazione e dell’assenza degli alberi capaci di trattenere il suolo.

Il Myanmar è la più grande fonte mondiale di giada, ma le sue miniere hanno visto numerosi incidenti nel corso degli anni. Le macerie creano ampi pendii che possono essere pericolosi in un’area spogliata di alberi, costringendo coloro che cercano frammenti della pietra semipreziosa a lavorare in condizioni pericolose.

Leggi anche: Frana nella miniera di giada in Myanmar: così deforestazione e sfruttamento hanno ucciso 50 persone

L’estrazione della giada è vietata a Hpakant, ma la gente del posto spesso sfida i regolamenti, a causa della mancanza di occupazione e delle condizioni impoverite, senz’altro peggiorate con la pandemia.

Diversi giorni fa, almeno 10 minatori non legali sono scomparsi in un’altra frana in un blocco di giada a Hpakant.

myanmar

@BBC

Dopo una moratoria del 2016, molte grandi miniere hanno chiuso e non sono più monitorate, consentendo il ritorno di molti minatori indipendenti. Provenienti da comunità etniche svantaggiate, operano quasi sempre in maniera clandestina in siti abbandonati.

Le forti piogge monsoniche hanno causato il peggior disastro del suo genere nel 2020, con 300 minatori che furono sepolti dopo una frana nel massiccio di Hpakant.

Seguici su Telegram Instagram | Facebook TikTok Youtube

Fonte: BBC

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook