Expo 2015, le panchine del padiglione tedesco diventano arredi urbani a Milano

Cinque delle panchine di legno del padiglione della Germania sono state montate in questi giorni nel Giardino delle culture di via Morosini a Milano, un parco cittadino recentemente riqualificato e sottratto allo stato di abbandono anche grazie ai murales del writer Millo.

Mentre Expo sembra ormai un lontano ricordo, continua il lavoro di smontaggio dei vari padiglioni che, in un anno intero, sono stati legati dallo slogan “Nutrire il Pianeta Energia per la vita”.

A poche ore dalla fine dell’esposizione universale anche greenMe.it si era interrogata su cosa sarebbe successo a quelle stesse strutture, perché se Expo 2015 si era rivelato un grande flop a livello di contenuti, almeno si poteva salvare il salvabile, dando nuova vita ai padiglioni.

E qui effettivamente la buona notizia è arrivata. A rimanere intatti saranno soltanto Palazzo Italia, Cascina Triulza, il Padiglione zero e l’Albero della vita, per tutti gli altri una nuova destinazione e un nuovo utilizzo.

Come cinque delle panchine di legno del padiglione della Germania che sono state montate in questi giorni nel Giardino delle culture di via Morosini a Milano, un parco cittadino recentemente riqualificato e sottratto allo stato di abbandono anche grazie ai murales del writer Millo.

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Le panchine erano state in un primo momento cedute a un’azienda che si occupa di allestimenti ma, in seguito alla lettera inviata dal Comune di Milano a tutti i Paesi, – in cui si chiedeva di lasciare gli arredi in giro per la città – la Germania ha deciso di darle all’amministrazione comunale.

“Expo entra in città e restituisce ai milanesi elementi di design che arricchiscono l’arredo urbano della nostra città. Stiamo lavorando affinché altri pezzi che hanno abbellito l’esposizione possano continuare a vivere a Milano,” ha detto l’assessore comunale ai Lavori Pubblici, Carmela Rozza.

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“Questo è un esempio di come Expo è fatto di grandi dibattiti e di piccole azioni ma significative per la città”, ha commentato Giuseppe Sala, ex commissario unico di Expo durante l’inaugurazione delle panchine che arredavano l’area picnic realizzata sul terrazzo del retro del padiglione tedesco.

Sala si dichiara tranquillo sulla tempistica di smontaggio mentre sugli extracosti dice:

“Non è la partita che mi preoccupa rispetto al bilancio. Certo bisogna chiuderla però prima di lasciare a fine mese ne lascerò aperte poche. Abbiamo lavorato tanto anche durante le vacanze natalizie. Sulla piastra abbiamo già mandato in questi giorni all’avvocatura e all’Anac l’ipotesi finale di chiusura della transazione. Nel preconsuntivo il numero che conta è il patrimonio netto finale: i 14 milioni sono ciò che rimane dei soldi che ci sono stati assegnati al netto delle spese sostenute.”

Alla richiesta del Comune milanese hanno già aderito altri Paesi, sono infatti in arrivo gli arredi del Belgio e del Vietnam, mentre il padiglione Coca Cola sarà utilizzato per un campo di basket al parco di via Rimini a Moncucco/Barona.

E se da un lato, è svanito il sogno di avere la rete del Brasile nei quattro parchi milanesi dall’altro sono già stati ripiantati oltre 500 degli alberi che erano presenti sul sito, molti dei quali hanno incorniciato i cortili delle scuole cittadine. Insomma è il caso di dirlo: Expo non avrà sfamato il Pianeta ma sta cercando di recuperare attraverso il riuso e la lotta allo spreco di risorse.

Dominella Trunfio

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