Ecco cosa accade al tuo corpo con soli 5 giorni di digiuno intermittente

Una nuova ricerca ha identificato alcuni cambiamenti a livello biologico che potrebbero spiegare l'impatto positivo del digiuno intermittente

Un nuovo studio ha preso in esame ciò che accade a livello biologico alle persone che seguono un digiuno intermittente. In particolare i ricercatori si sono soffermati ad analizzare alcuni cambiamenti all’interno dell’organismo che si attivano proprio grazie a questa pratica e che portano ad una serie di benefici tra cui la perdita di peso.

Per anni è stata data importanza cruciale al tipo e alla quantità di cibo consumato ma, nella maggior parte dei casi, non si teneva affatto conto di “quando” si mangiava. Attualmente, invece, la crononutrizione sta assumendo sempre più importanza, ricordandoci che tra i fattori fondamentali da considerare vi è anche il momento in cui si consumano determinati nutrienti.

Studi precedenti hanno dimostrato che un mezzo efficace per perdere peso e combattere l’obesità è ridurre il numero di ore della giornata in cui si mangia. È stato anche dimostrato che l’alimentazione a tempo limitato, ossia il digiuno intermittente, migliora la salute anche prima che inizi la perdita di peso.

Vi avevamo già parlato di un’altra ricerca che si era concentrata proprio sul digiuno intermittente e in particolare sul modo in cui le cellule reagiscono a questa pratica per favorire la perdita di peso.

Restringere l’orario in cui è possibile mangiare è importante, secondo gli esperti, non solo per perdere peso ma anche per migliorare la salute in generale. Lo conferma ora una nuova ricerca, pubblicata su Nature, opera di un team dell’Università di Copenhagen, dell’Università Cattolica d’Australia e del Karolinska Institute.

Il loro studio ha identificato una serie di cambiamenti chiave nell’attività genetica dei muscoli, nonché il contenuto di grassi e proteine ​​muscolari, che potrebbero spiegare l’impatto positivo dell’alimentazione limitata nel tempo.

In sostanza, gli esperti hanno cercato di valutare quali sono i primi adattamenti del corpo umano al digiuno intermittente, identificando cosa accade a livello biologico e il modo in cui il solo digiuno possa portare benefici alla salute umana (tra cui la perdita di peso).

La ricerca si è basata su campione di 11 uomini in sovrappeso o obesi, a cui è stato assegnato uno dei due protocolli di alimentazione per cinque giorni: digiuno intermittente di 16 ore (potevano mangiare solo 8 ore al giorno) o una dieta senza restrizioni di tempo. Il quinto giorno, sono stati prelevati campioni di sangue ogni quattro ore per 24 ore.

Dopo  una pausa di 10 giorni, l’esperimento è stato ripetuto, ma scambiando i gruppi: chi aveva praticato il digiuno intermittente doveva ora seguire una dieta senza vincoli di orari e viceversa.

L’espressione genica muscolare e il profilo dei metaboliti a livello ematico e muscolare sono stati poi studiati in tutti i volontari. Secondo i risultati ottenuti, il digiuno intermittente modifica la concentrazione dei metaboliti nel sangue e anche l’espressione genica muscolare, soprattutto nel caso del trasporto degli amminoacidi, i componenti di base delle proteine.

Il profilo dei metaboliti del muscolo scheletrico, poi, cambia dall’essere basato sui lipidi (grassi) agli amminoacidi (l’unità di base delle proteine) dopo aver eseguito una dieta ristretta o un digiuno intermittente.

Inoltre, sebbene alcuni esperti siano convinti che il digiuno intermittente possa alterare il ritmo circadiano, il nuovo studio smentirebbe questa ipotesi.

Secondo Leonidas Lundell, del Center for Basic Metabolism della Novo Nordisk Research Foundation dell’Università di Copenhagen, ciò che hanno osservato durante lo studio è che l’attività genetica dell’orologio circadiano del muscolo scheletrico non è cambiata a causa della restrizione temporale che il digiuno intermittente comporta, ma che tale attività sarebbe influenzata dalla dieta in quanto tale e non dunque dalla limitazione del tempo per consumare il cibo.

I cambiamenti a livello dei metaboliti  e l’espressione genica causata dall’alimentazione a tempo limitato potrebbero essere dunque i responsabili dell’impatto positivo sulla salute del digiuno intermittente.

Lo studio ribadisce che, avendo meno tempo per consumare il cibo, alla fine se ne consuma meno.

I ricercatori ritengono che il rapporto tra digiuno intermittente e salute metabolica debba continuare a essere studiato, con l’obiettivo di ideare terapie per migliorare i casi di sovrappeso e obesità.

Fonte: Nature / Science Daily

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