Dieta del gruppo sanguigno, intervista al Dottor Mozzi

La dieta del gruppo sanguigno è una teoria alimentare ideata dal naturopata americano Peter d’Adamo. In Italia questo punto di vista viene attivamente portato avanti da diversi medici di cui il più noto è indubbiamente il dottor Mozzi. L'abbiamo intervistato per voi. Ecco cosa ci ha detto...

La dieta del gruppo sanguigno è una teoria alimentare ideata dal naturopata americano Peter d’Adamo. Anche in Italia questo punto di vista viene attivamente portato avanti e utilizzato per migliorare il benessere delle persone da diversi medici e professionisti della salute. Tra questi il più famoso è senza dubbio il dottor Mozzi che abbiamo raggiunto al telefono e intervistato per voi.

La dieta del gruppo sanguigno si basa sulla teoria che ognuno di noi ha una particolare impronta genetica dovuta all’appartenenza al gruppo A, B, AB o 0. A questa bisognerebbe sempre fare affidamento considerando tutte le caratteristiche che ne conseguono: nel sangue sarebbe scritto cosa possiamo o non possiamo mangiare ma anche di quale attività fisica abbiamo più bisogno e le piante che ci possono essere utili (in base alle caratteristiche del nostro sistema immunitario).

Abbiamo voluto saperne qualcosa in più andando a parlare con il massimo esperto di dieta del gruppo sanguigno in Italia, il dottor Piero Mozzi. Ecco cosa ci ha detto…

dottor mozzi

Foto: dietagrupposanguigno.it

Perché sarebbe importante adattare la dieta al proprio gruppo sanguigno?

Soprattutto le persone che hanno problemi di salute quando iniziano a modificare l’alimentazione e prendono in considerazione la possibilità di mangiare in base al proprio gruppo sanguigno vedono dei risultati concreti. Questo è vero soprattutto per le malattie che io chiamo “oggettive” ossia quelle che hanno uno strumento scientifico di valutazione dei parametri, ad esempio l’ipertensione, il colesterolo, la glicemia. Collegare la propria alimentazione al proprio gruppo sanguigno è la medicina più rapida, più semplice, più economica. E uno poi lo vede, lo può sperimentare…

È possibile trattare alcune patologie con questo tipo di alimentazione?

Come abbiamo appena detto, pressione e colesterolo alto, la glicemia ma anche il comune mal di testa, le dermatiti, dolori articolari, ecc. Credo che non esista una branca della medicina che possa ottenere risultati così rapidi su tante problematiche come adattare la dieta in base al proprio gruppo sanguigno. Questo è vero anche per i disturbi di tipo psicologico come ansia e depressione, l’ansia in particolare parte dallo stomaco. Non è un caso che se lei chiede ad una persona che ne soffre da dove parte il suo stato d’ansia, questa le risponderà proprio dallo stomaco. A chi avverte ansia consiglio di scriversi sempre quando avviene, il giorno, l’ora e quello che ha mangiato prima di un attacco, poi si beve una o due tazze di acqua quasi bollente (non bisogna ustionarsi). In questo modo uscirà fuori tutto il gas che è racchiuso nello stomaco e l’ansia sparirà…

Il gruppo A, ad esempio, può avere un attacco d’ansia anche solo bevendo una tazza di tè nero o dopo aver mangiato un cereale con il glutine e magari subito dopo un frutto (se sono mandarini, mandaranci o banane poi peggio ancora).

Il meccanismo è questo: le difficoltà digestive fanno sì che si paralizzi la circolazione a livello dell’apparato digerente, la pompa cardiaca (ossia il cuore) è in difficoltà perché non vi è più la corretta circolazione, poi salta la respirazione e poi, se proprio l’attacco va a colpire anche i centri nervosi, compare il vero e proprio attacco di panico.

Ci sono poi tante persone colpite da artrite reumatoide che riescono a tenere molto bene a bada il problema seguendo la dieta dei gruppi sanguigni, devono però stare attenti a non sgarrare. Possiamo poi citare l’Alzheimer, se facessero delle ricerche epidemiologiche in giro per il pianeta per vedere dove si sviluppa di più questa patologia, scoprirebbero che si tratta dei paesi occidentali dove si consumano molto latte, yogurt e formaggi.

Chi segue questa dieta dopo quanto tempo vede i primi risultati?

Non ci vuole molto tempo. Ad esempio per la glicemia e la pressione i benefici si possono notare già dal giorno dopo, semplicemente misurando i parametri. Per il colesterolo, invece, ci vuole un po’ più di tempo anche perché in genere è necessario recarsi in un laboratorio per fare le analisi.

Questa dieta è consigliata anche ai bambini?

Ma certo! Se lei dovesse allevare un animale cosa aspetterebbe a dargli il cibo giusto? Che sia adulto e che nel frattempo abbia rischiato di ammalarsi oppure subito appena nato?

Ci sono tipologie di alimenti o bevande sconsigliati un po’ a tutti i gruppi?

Il latte. La natura ha voluto che le femmine dei mammiferi producano latte nel momento in cui mettono al mondo i loro figli e dentro quel latte c’è tutto quello che serve: proteine, vitamine, zuccheri, sali minerali, grassi e ormoni utili a sviluppare quella creatura fino a che poi man mano passi alla normale alimentazione. Gli ormoni sono specifici per un determinato mammifero ma gli uomini invece che hanno fatto? Si sono alimentati liberamente in maniera eccessiva, soprattutto a partire dall’ultima guerra, con latte di altre specie. Lei sa quanti tumori all’utero, ovaie e seno ci sono ogni anno? Solamente quelli al seno sono 50mila nuovi casi, se andassero a chiedere le abitudini alimentari alle persone colpite scoprirebbero che sono state tutte forti consumatrici, quotidiane e abitudinarie, di latte e latticini. Nelle popolazioni dove latte e latticini non si mangiano questi tumori sono molto più rari.

C’è poi il glutine. Fino agli anni ‘50 le donne mettevano al mondo molti figli, quelli che erano deboli morivano, spesso colpiti da broncopolmonite, poi sono arrivati i farmaci e non c’è stata più la selezione naturale. Attualmente la gente fa pochi figli, molte volte non vengono neppure allattati e mentre prima quelli che non tolleravano il glutine erano spesso proprio coloro che non sopravvivevano a causa della broncopolmonite, oggi sopravvivono. Non è un caso che dagli anni ‘50-60 sono iniziate a comparire le allergie respiratorie e poi una serie di altre malattie anche più gravi: artrite, artrite reumatoide, leucemie, diabete infantile che prima praticamente non esistevano. Ciò è dovuto al glutine, una proteina che crea problemi al sistema immunitario. La natura l’ha infatti messa in piccole quantità dentro frumento, avena, farro, orzo, ecc. Invece l’uomo che ha fatto? Esattamente al pari del latte ha deciso di utilizzare il glutine ovunque soprattutto perché aiuta l’elasticità degli impasti e la lievitazione, ha così arricchito i prodotti di questa proteina. Non aveva però fatto i conti con il fatto che la natura non prevedeva una così grande quantità di glutine e che c’era già chi aveva problemi a tollerarlo. Così piano piano sono venute fuori tutte le problematiche…

Un altro alimento che non va bene, insospettabile, sono le arance. Il nostro sistema immunitario non è programmato per riconoscerle ad eccezione del gruppo B che le tollera. Poi va valutato caso per caso, se ad esempio una persona di gruppo B soffre di artrite reumatoide e mangia la frutta tra cui le arance sta male.

C’è anche qualche cibo che invece fa bene a tutti i gruppi?

Il merluzzo, il salmone, i cannellini, i piselli (tranne chi è colpito da favismo), il tacchino tra le carni, uova (tranne rare eccezioni), le mandorle, le noci, la cicoria, il radicchio, la scarola, le verze, i broccoli, le barbabietole rosse, le carote, le zucchine. Altri pesci sono sardine, tonno e sgombro. La natura ha messo su questo pianeta due parti d’acqua e una parte di terra, ci sarà un motivo…

Bisogna seguire fedelmente le indicazioni alimentari consigliate oppure è possibile fare delle eccezioni?

Ogni caso è a sé, più uno ha patologie severe e più deve stare attento. La dieta va adattata a seconda delle singole situazioni e della presenza o meno di eventuali patologie. Se ad esempio uno ha l’artrite reumatoide e vuole tenere a bada il problema non può permettersi strappi perché in caso contrario viene duramente colpito e per recuperare ci vuole tempo. Se una persona invece non ha problemi può concedersi degli sgarri.

dieta gruppi sanguigni

Cosa consiglierebbe ai nostri lettori?

La gente deve sperimentare su di sé così da capire. Spesso il fatto è che non sempre si collega la comparsa di un problema a quello che si è mangiato, invece bisognerebbe imparare ad ascoltare i segnali che manda il corpo. Per i mal di testa, ad esempio, che sono comuni, ma anche per l’insonnia, i dolori articolari, la raucedine, la tosse, il catarro, sempre consiglio di ricostruire cosa la persona ha mangiato poco prima di veder comparire il problema.

Ci sono poi dei segni, indicatori a cui fare molta attenzione: tachicardia, arrossamenti, crampi, formicoli, colpi di tosse, catarro, tremori delle mani, sternuti, palpebre che raddoppiano il loro ritmo, acufeni, pruriti e tanti altri sintomi. Possiamo fare il paragone con il cruscotto della macchina che ha un sacco di spie che ci avvisano di possibili problematiche, noi anche abbiamo una sorta di cruscotto con i sensori, è il nostro corpo che dovremmo ascoltare. Io ci tengo ad informare, poi ogni persona è libera di fare le sue scelte. Provare è economico e semplicissimo. La salute è la cosa più importante che abbiamo. Quando uno sceglie una determinata strada e non ottiene risultati validi deve incamminarsi verso nuove strade e capire perché quella precedente non era adatta… Comunque ci tengo a sottolineare che quello che dico è frutto della mia esperienza quarantennale, non sono portatore di una verità assoluta che tra l’altro in medicina non esiste, quello che era vero vent’anni fa oggi è superato.

Per approfondire la dieta del gruppo sanguigno leggi anche:

In effetti provare non costa molto, fateci sapere i risultati!

Francesca Biagioli

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