L’interruzione dei servizi sanitari causata dal Covid-19 ha ucciso 228.000 bambini nell’Asia meridionale

In Asia meridionale il Covid ha messo in ginocchio la sanità pubblica, con conseguenze drammatiche per la salute di donne e bambini.

In alcuni paesi dell’Asia meridionale, i già precari e intermittenti servizi di assistenza sanitaria hanno subito un duro colpo sotto la pressione della pandemia da Covid-19.

Secondo quanto rilevato in un recente rapporto delle Nazioni Unite (Unicef, Oms e UNFPA), pubblicato nel marzo 2021 con il titolo Direct and indirect effects of the COVID-19 pandemic and response in South Asia, l’attuale crisi sanitaria mondiale avrebbe determinato circa 239.000 morti materne e infantili nel sud dell’Asia. Ad essere più colpiti sarebbero le donne, i bambini e gli adolescenti.

I paesi interessati dal fenomeno sono Afghanistan, Nepal, Bangladesh, India, Pakistan e Sri Lanka, dove vivono circa 1,8 miliardi di persone.

Salute e scuola a rischio

In Asia meridionale, finora sono stati registrati quasi 13 milioni di casi di Covid e oltre 186.000 decessi. Come in altre parti del mondo, i governi nazionali hanno reagito con lockdown e rigide chiusure. Ospedali, farmacie e alimentari sono rimasti aperti, ma quasi tutte le restanti attività sono state costrette a chiudere i battenti.

Obiettivo del rapporto ONU è esaminare l’impatto delle politiche e delle strategie governative in materia di assistenza sanitaria sui servizi sociali, comprese le scuole e l’economia.

Si stima che circa 420 milioni di bambini abbiano abbandonato la scuola a causa della pandemia e delle relative misure di controllo e contenimento.

In particolare, 4.5 milioni di bambine sono condannate a non rientrare più a scuola e sono particolarmente a rischio per la sospensione ovvero per lo scarso accesso ai servizi informativi riguardanti la salute sessuale e riproduttiva. 

Nei sei paesi indicati, proprio a causa della pressoché totale assenza di servizi essenziali (alimentazione e immunizzazione), si sarebbero verificati 228.000 decessi di bambini sotto i cinque anni.

Il numero dei bambini in cura per situazioni di grave malnutrizione è diminuito di oltre l’80% in Bangladesh e Nepal, e l’immunizzazione tra i bambini è diminuita rispettivamente del 35% e del 65% in India e Pakistan. Nei bambini, la malnutrizione in certi casi può portare ad un arresto dello sviluppo.

Mortalità materno-fetale e gravidanze indesiderate 

Il suddetto rapporto pone l’accento sul preoccupante aumento della mortalità infantile in India nel 2020 (15,4%); in Bangladesh, la mortalità infantile è cresciuta del 13%. Lo Sri Lanka ha visto un drastico aumento delle morti materne, registrando un incremento del 21,5%, a cui segue il 21,3% del Pakistan.

Tra le stime citate nel rapporto, è opportuno segnalare l’aumento delle gravidanze indesiderate. A causa dello scarso o inesistente accesso alla contraccezione, sono stati rilevati circa 3,5 milioni di casi, 400mila dei quali coinvolgerebbero adolescenti. Le bambine sarebbero maggiormente esposte anche ai matrimoni forzati con adulti.  

Non esiste solo il Covid

Alcuni paesi dell’Asia meridionale, come l’India, temono un aumento dei casi di malnutrizione infantile nel lungo periodo, mentre stanno ancora combattendo contro una nuova ondata di infezioni da Covid-19. Nonostante il lockdown nazionale si sia concluso nel giugno 2020, diversi stati e distretti federali hanno optato per blocchi provvisori nel tentativo di arrestare la diffusione del virus.

Inoltre, è bene ricordare che l’interruzione dei servizi sanitari rischia di colpire anche coloro che soffrono di altre malattie. Il rapporto ONU prevede ulteriori 5.943 decessi in Asia meridionale tra gli adolescenti che non hanno potuto ricevere le dovute cure per tubercolosi, malaria, tifo e HIV/AIDS.

schema Unicef south asia

@UN News

Fonti: Unicef/UN news

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