Vino rosso, pesticidi nel Chianti. Tra i marchi più “puliti” Eurospin e Lidl

Il test che ha confrontato 14 bottiglie di chianti mostra come siano presenti molti pesticidi nel vino rosso

Il Chianti è un vino rosso amatissimo sia in Italia che all’estero. Di solito scegliamo la nostra bottiglia in base al gusto e alla qualità ma non dovremmo sottovalutare il fatto che, anche in un bel calice di vino, si nascondono sostanze indesiderate. Parliamo soprattutto di pesticidi, individuati da un nuovo test che ha portato in laboratorio proprio diverse bottiglie di Chianti.

La rivista Il Salvagente ha messo a confronto 14 bottiglie di Chianti per individuare al loro interno la presenza di pesticidi e altre sostanze potenzialmente dannose per la salute, come l’anidride solforosa. Si trattava di etichette di ogni genere e fascia di prezzo, da Chianti a Chianti Classico, da Riserva a Superiore, tutte presenti nei maggiori supermercati e discount italiani.

I risultati

Purtroppo i risultati mostrano la presenza di tanti, troppi pesticidi che però, lo sottolineiamo, erano tutti entro i limiti massimi consentiti per legge.

Si tratta in alcuni casi di ben 9 sostanze differenti presenti nella stessa bottiglia. Si parla in questo caso del cosiddetto “effetto cocktail“, una situazione di mix e accumulo di vari componenti di cui ancora non si conoscono bene gli effetti sulla salute e su cui la scienza si sta interrogando.

La classifica stilata non prende in considerazione le qualità organolettiche del vino né il gusto ma si è basata solo sugli elementi analizzati, in particolare la presenza di pesticidi e altre sostanze controverse.

Quindi, specifica Il Salvagente:

“un vino finito in fondo alla nostra lista potrebbe benissimo essere pienamente appagante dal punto di vista del gusto, e viceversa. Ma se tra i 14 che abbiamo portato in laboratorio trovate quello che soddisfa il vostro gusto e ha anche pochi residui di pesticidi, avete fatto bingo”.

Ma quali sono i residui trovati nelle bottiglie? Si tratta di:

  • Anidride solforosa, il principale tra i solfiti, utilizzato come conservante soprattutto per prevenire l’ossidazione. Si tratta di un allergene e, se presente in grandi quantità, è responsabile del famoso mal di testa dopo una bevuta.
  • Boscalid, un fungicida controverso. Leggi anche: Dopo il glifosato, un nuovo pericolo arriva dai fungicidi SDHI
  • Metalaxil, fungicida considerato da alcuni studi pericoloso per l’ambiente e sospetto mutageno
  • Pyrimethanil, fungicida che presenta una possibile tossicità per fegato, tiroide e altre parti del corpo. Possibile cancerogeno secondo l’Epa.
  • Dimethomorph, fungicida non pericoloso per gli esseri umani
  • Cyprodinil, fungicida moderatamente tossico per i mammiferi ma molto per gli organismi acquatici e potenzialmente irritante
  • Fluopicolide, fungicida che presenta una possibile tossicità per alcuni organi umani
  • Fluxapyroxad, fungicida altamente tossico per animali e organismi acquatici
  • Thiophanate-methy, fungicida sospettato di provocare alterazioni genetiche
  • Thiametoxan, vietato dall’Unione europea nel 2018 perché rientra tra i neonicotinoidi, pericolosi per le api. È stato trovato in una sola bottiglia, del 2017, quindi non vi è alcuna violazione della legge.
  • Acetaldeide, metabolita secondario della fermentazione alcolica. Lo Iarc lo classifica come sostanza cancerogena ma le quantità riscontrate nel vino sono talmente basse che la rivista specifica: “non desta assolutamente alcuna preoccupazione

Ma veniamo ai veri e propri risultati.

La classifica

La classifica stilata dalla rivista presenta alcune sorprese. 6 le bottiglie che nel test hanno ottenuto un giudizio buono e tra i vini migliori troviamo due Chianti acquistati in un discount. Si tratta del Chianti superiore Iago venduto dall’Eurospin e del Chianti Corte alle Mura di Lidl.

Al primo posto, con il punteggio più alto troviamo il Chianticolli Senesi Geografico.

Sul fondo della classifica, invece, troviamo un vino storico, il Pèppoli Chianti classico della cantina Antinori insieme al Chianti Classico Riserva Castelgreve.

La classifica completa dei vini la trovate nell’indagine “Il fondo del bicchiere”  sull’ultimo numero de Il Salvagente.

Fonte: Il Salvagente

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