Dieta: come mangiare (e scegliere) il gelato in vaschetta senza farci del male, secondo il nutrizionista

Il medico e nutrizionista Roberta Martinoli ci spiega come scegliere un gelato confezionato in vaschetta di maggiore qualità

D’estate il gelato è un vero e proprio must a cui difficilmente grandi e piccini sanno rinunciare. L’ideale sarebbe comprarlo artigianale oppure prepararlo in casa con ingredienti sani e genuini, limitando il quantitativo di zucchero. Spesso però, per comodità, acquistiamo gelati confezionati. Ma come possiamo scegliere i migliori?

Nei supermercati in questo periodo è ampia la scelta di gelati confezionati in vaschetta: alle creme, alla frutta, realizzati con latte o alternative vegetali, con liste di ingredienti più o meno lunghe, ecc. Orientarsi non è semplice, soprattutto se non siamo abituati a leggere con attenzione le etichette alimentari.

Abbiamo chiesto allora a Roberta Martinoli, medico e nutrizionista, di darci alcuni suggerimenti per scegliere una vaschetta di gelato che sia il più possibile di qualità. Ecco cosa ci ha detto.

Cento grammi di gelato alle creme forniscono mediamente 200 kcal, 3,9 grammi di proteine, 21 grammi di carboidrati (tutti semplici) e 12 grammi di grassi (per lo più saturi). La stessa quantità di un gelato alla frutta ha un apporto calorico pari a 130 kcal e fornisce 1,5 grammi di proteine, 28,8 grammi di carboidrati e 1,8 grammi di grassi. Nell’uno e nell’altro caso non si tratta certo di un alimento “da dieta” ma coloro che preferiscono i gusti alla frutta sono avvantaggiati. Non c’è dubbio poi che il gelato sia un alimento che crea dipendenza poiché agisce a livello del nostro sistema della ricompensa dopaminergico. Un fascio di neuroni posti alla base del cervello, attraverso lunghe proiezione assoniche, invia la dopamina (il neurotrasmettitore del piacere) sia a livello della corteccia neofrontale che a livello del sistema limbico ogni volta che ci sediamo davanti ad una vaschetta di gelato. Ed è per questo che abbiamo la sensazione di non riuscire a controllare l’impulso. L’industria alimentare poi con l’invenzione del “bliss point” non ci è d’aiuto”.

Che cosa si intende per Bliss Point?

Bliss point significa letteralmente ‘punto di beatitudine‘ e consiste in un ben calibrato mix di grassi, zuccheri e sali tali da mandare in estasi le papille gustative. In altri termini il bliss point è la formula inventata dall’industria per poter indurre dipendenza da questo o da quell’altro alimento. Senza contare poi che lo stesso mix di grassi, zuccheri e sali è di grande impatto sul nostro sistema metabolico. Il concetto è quello del partizionamento energetico, traduzione cacofonica dell’espressione inglese energy partitioning. Mangiare solo zuccheri o solo grassi è per il nostro organismo la stessa cosa che mangiare zuccheri e grassi contemporaneamente? La domanda è retorica e la risposta è no.

Quando mangiamo zuccheri e grassi insieme abbiamo più probabilità di trasformare tutta questa energia in grasso di deposito. L’altro grande limite del gelato in vaschetta è che viene meno il concetto di porzione. Se passando davanti ad una gelateria ci viene voglia di gelato dobbiamo scegliere se prenderne due o tre gusti. La vaschetta al contrario ci da la libertà di abbondare con le quantità, cosa che regolarmente accade. Pertanto se si sceglie di avere una vaschetta di gelato nel freezer dobbiamo imporci delle regole. Non lo mangeremo tutte le sere e ci serviremo di una ciotola che ci aiuterà a calibrare la quantità in modo da non eccedere (mai mangiare direttamente dalla vaschetta anche al fine di evitare contaminazioni batteriche)”.

Come possiamo scegliere il prodotto migliore?

Quando siamo al supermercato davanti alla vasta offerta di marche e sapori non dobbiamo dimenticare di avere un valido strumento che ci orienta nella scelta. Si tratta ovviamente dell’etichetta nutrizionale. Leggendola ci accorgeremo che ci sono gelati che contengono “latte” ed altri che contengono “latte fresco”. Nel primo caso potrebbe trattarsi di un latte in polvere. Meglio non sceglierli. Non depone a favore della scelta neanche la presenza di oli o grassi vegetali idrogenati (margarine), tra tutti i più aterogeni. Aromi, addensanti, emulsionanti, coloranti purtroppo non mancano mai. Tra gli addensanti potrebbe comparire la carragenina estratta da un’alga rossa. Questa sostanza potrebbe provocare infiammazione intestinale. L’E141 è un colorante a base di clorofilla e rame usato per conferire un improbabile colore verde al gelato al pistacchio. La sua presenza è indicativa del fatto che di pistacchi veri in quel gelato ce ne sono ben pochi. L’E160b è usato invece per il gelato alla nocciola e potrebbe provocare allergia. Il polipropenilglicole è invece una sostanza anticongelante. Poiché non c’è accordo riguardo alla sua innocuità sarebbe meglio evitare i gelati che lo contengono.

Se acquistate del gelato, ricordatevi anche dei nostri consigli per conservarlo al meglio:

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